Bionoc’ Accademy: Come conservare le nostre birre

Ciao, lettori di NONSOLOBIRRA, vediamo oggi come mantenere al meglio le nostre amate birre.

Che sia per brevi periodi o per lunghi anni, le regole da rispettare sono poche ma indispensabili.

Per prima cosa vediamo quali sono i fattori che rovinano una birra artigianale, poi ti darò tutte le indicazioni per far si che tu possa trovare in casa tua un luogo perfetto per tenere le tue buone birrette.

Alla birra artigianale le seguenti cose fanno tanto male: la temperatura, la luce, l’ossigeno, il tempo. Vediamo questi fattori uno alla volta.

1- La temperatura

La birra artigianale, lo abbiamo detto ormai più volte, non è filtrata e mantiene dentro di si quindi del lievito vivo. Quel lievito va trattato bene.

Per le birre ad alta fermentazione, temperature sopra i 20°C protratte per tanto tempo sono assolutamente dannose, fanno si che il lievito inizi ad andare sotto stress ed a morire.

Ricordiamocelo, è inevitabile che il lievito muoia ad un certo punto, anche in condizioni di conservazione ottimale c’è l’invecchiamento delle cellule e la successiva morte, il nostro obiettivo è far si che questo accada il più tardi possibile.

Per le birre a bassa fermentazione, la temperatura limite si abbassa a 10°C, siamo praticamente obbligati a mantenerle sempre in frigo.

2- La luce

Incredibile ma vero, la luce è un fattore devastante per la birra. Le componenti del luppolo che sono disciolte nella bevanda sono sensibili alla luce e tendono a degradarsi quando vengono colpite da essa.

Il motivo per cui vengono utilizzate bottiglie scure (dovrebbero essere il più scuro possibile) è proprio per far sì che possa passare all’interno la minor quantità possibile di luce (tanto per buttare benzina sul fuoco, stai molto attento alle birre con le bottiglie trasparenti, specialmente se finiscono sullo scaffale di qualche supermercato. Solitamente hanno bisogno di qualche aggiunta chimica per poter resistere, anche le bottiglie verdi non sono tra le più indicate).

3- L’ossigeno

Finché la bottiglia è chiusa non dovrebbe essere un grosso problema l’ossigeno, diciamo che è più un compito di noi birrai far si che in bottiglia finisca la minor quantità possibile di ossigeno.

L’ossigeno crea ossidazione, se presente, si lega a tutte le componenti rovinandole.

Scurisce il colore, come una mela tagliata lasciata all’aria, rovina gli aromi del luppolo e altera i gusti. Una birra ossidata solitamente si riconosce per un gusto che ricorda il cartone bagnato.

In qualsiasi caso, una certa ossidazione accade naturalmente con la morte delle cellule del lievito che rompendosi, rilasciano nella birra quello che contengono, tra cui piccole quantità di ossigeno che il lievito ha usato per la sua vita.

4- Il tempo

La birra invecchia, il tempo è impietoso anche per lei. Gli aromi del luppolo tendono a spegnersi, il lievito muore e l’ossigeno ossida il prodotto, la luce poi se presente fa sì che tutto il processo venga accelerato.

Abbiamo visto ieri quali sono le birre che mal sopportano l’azione del tempo e abbiamo anche visto che altre hanno la possibilità di vivere a lungo. L’unico modo per attenuare gli effetti del tempo è rispettare tutte le regole che ti darò tra un attimo.

Ricordati che una conservazione ottimale deve essere portata avanti sia che tu decida di consumare dopo pochi giorni che ovviamente che tu decida di conservare la tua birra per tanti anni.

  • Conserva la tua birra a temperature inferiori a quelle di fermentazione, meglio se in un ambiente fresco, una cantina di casa sarebbe il posto ideale
  • Mantienile al buio. L’uso di bottiglie scure non è abbastanza. Se hai a disposizione le scatole del birrificio lasciale li dentro, ben chiuse, fino al momento del consumo. Una chiusura totale del cartone farà in modo che nessuna luce passi.
  • Non conservare per troppo tempo le birre che non sono studiate per poterlo affrontare. Rileggiti con attenzione la lezione di ieri.

Per farti capire quanto ci teniamo noi alla conservazione, in birrificio le birre pronte sono tutte stoccate in celle fresche, buie, non hanno finestre.

In più non troverai mai le nostre birre sugli scaffali della grande distribuzione, a meno che non ci venga garantito un veloce ricambio ed una vendita veloce (da questo punto di vista siamo molto rigidi, abbiamo solo due clienti che lo possono fare e si impegnano ad esporre solo poche bottiglie per volta e fortunatamente riescono a venderle molto velocemente).

In qualsiasi caso ti lascio una raccomandazione: se decidi di acquistare dallo scaffale di qualche supermercato impara ad osservare ciò che stai scegliendo. 

Mi ricorderò sempre un fatto che mi ha insegnato molto a riguardo. Eravamo in un famoso luogo dedicato alla gastronomia italiana e camminando ho visto lo scaffale con le birre artigianali. La scelta era ampia e di birre invitanti ne vedevo parecchie. Ci siamo dati alla pazza gioia e ne abbiamo prese una bella selezione.

Arrivati a casa abbiamo iniziato a stappare e con grande delusione tutte le birre che avevamo acquistato erano decisamente rovinate.

Riguardandomi le foto fatte a quello scaffale mi sono reso conto di una cosa che avrei dovuto notare subito: tutte le bottiglie avevano un bello strato di polvere appoggiato sopra. Chissà da quanto tempo quelle povere birre erano li a prendere caldo e luce.

Dovresti imparare ad osservare, con la stessa attenzione con cui andrebbero lette le etichette, come le nostre amate birre vengono conservate. Il prodotto è delicato, non può essere trattato alla stregua di una birra industriale.

E sfortunatamente questa cosa chi gestisce un supermercato raramente la sa, ecco il motivo di migliaia di bottiglie rovinate sugli scaffali dei negozi.

Ma adesso basta chiacchierare. Dalla prossima lezione iniziamo a bere e a degustare.

Iniziamo dal servizio!

Nicola

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