Perdonatemi la sfacciataggine del titolo, ma purtroppo in questa occasione si sposa perfettamente alla situazione che in questo articolo vi vado a raccontare.
Al mio arrivo a Forte Marghera <<una fortezza ottocentesca ed ex-caserma dell’Esercito Italiano situata a Mestre, a circa cinque chilometri da Venezia. Il forte era parte del campo trincerato di Mestre e del più ampio sistema difensivo della laguna. È oggi proprietà del comune di Venezia, parco pubblico, sede di eventi e produzioni culturali. Il nome deriva dall’antico abitato di Marghera ed ha a sua volta dato nome all’odierna Porto Marghera>>, mi imbatto subito nella prima nota dolente di questo festival il costo per l’ingresso alla manifestazione, 7€ per ricevere un bicchiere e una tracolla personalizzati, altra cosa che si nota appena varcati i cancelli sono le attività commerciali che sono inserite nel contesto, che vendono anche birra artigianale.
Arrivato all’ingresso del padiglione recentemente ristrutturato dove sono ospitati gli espositori la prima cosa mi noto è la mancanza totale “eccetto l’area dei laboratori” di tavole e panche dove poter sedersi per degustare qualche specialità brassicola offerta accompagnata alla proposta dei food track presenti ” due unità”, al BEVE’ << Beer in Venice >> sono presenti 13 birrifici che propongono un ottima offerta, facendo un giro mi rendo conto che la prima consumazione all’avventore costa 11€ “7€ ingresso 4€ birra da 0.4cl circa”, e mi chiedo come si possa pensare di far spendere 11€ per la prima consumazione, chiudo questa mia anticipazione parlandovi dei birrifici e delle birre che ho degustato, partendo come da mia consuetudine da quelli che non sono presenti nel mio personale taccuino appunti.
Il primo birrificio da me visitato e stato il friulano PRAFORTE, dove ho conosciuto ANDREA TAMBURRANO, che mi ha fatto assaggiare la BIONDA, classica hell di stampo bavarese in bassa fermentazione non rifermentata, dai classici profumi maltati, snella la bevuta fresca con una chiusura leggermente amara che pulisce il palato, si prosegue con la ROSSA a mio avviso un ibrido tra lo stile tedesco e quello inglese, birra che al naso esprime sentori tostati e biscottati, in bocca attacco dolciastro con note di caramello, corpo snello e facilità di beva, in chiusura ritornano le note tostate, biscotto e un leggero amaro di contorno, nel complesso il mio primo approccio alle birre PRAFORTE e stato positivo, ringraziando ANDREA per l’ospitalità, mi concedo un interessante chiacchierata con GIAMPAOLO MIOTTO di BIRRA CAMERINI e IVAN BORSATO di CASA VECCIA dove posso assaggiare la KANGU la australian pale ale fresca e dissetante dal naso molto esotico, con sentori di ribes, uva spina e mirtilli e una leggera nota citrica mi racconta IVAN di usare luppoli particolari ( Vit Secret, Ella, Topazi ) che appunto donano note fruttate, in bocca fresca concreta con ottima beva, in chiusura leggero amaro che pulisce e rinvita alla prossima sorsata, mentre dal buon GIAMPAOLO mi degusto la MISTERIOSA la rauch peat di casa, al naso note torbate e un leggero affumicato, in bocca prevalenza torbata con leggeri richiami alla affumicato, nel complesso a mio avviso la beva risulta abbastanza impegnativa ma allo stesso tempo trasmette positive sensazioni.
Prossimo birrificio visitato; CORTI VENEZIANE dove incontro ENRICO, che mi fa assaggiare nell’ordine, KANAJA e CANKARA, la prima una pils dal colore giallo paglierino dove al naso ritrovo note erbacee (fieno), in bocca attacco maltato con una chiusura amaro erbaceo (saaz) quanto basta per farci capire che stiamo degustando una buona pils, si prosegue con la CANKARA, una apa molto tropicale a mio avviso dove al naso riscontro note fruttate e agrumate mentre in bocca sentori maltati (caramello e un leggero biscotto), con una chiusura amara con tendenza alle note fruttate e resinose, anche in questo caso il mio primo approccio con la produzione è stata positiva.
Rapido passaggio dagli amici del birrificio biellese BEER IN dove DAVIDE mi propone la CREAMIN’ ALE, la robust porter di casa, al naso potente note di caffè, liquirizia e tostate e un leggero sentore alcolico che mi preparano a una beva importate dove in ingresso riscontro note tostate, caffè e un sentore alcolico importante ma non invadente, chiusura morbida ben bilanciata dove ancora l’alcol mi ricorda che sto assaggiando una robust porter degna di questo nome, nel complesso la CREAMIN’ALE e una birra godibile fin dal primo sorso.
Proseguo la mia visita verso lo stand dell’agri birrificio COUTURE, dove conosco ANDREA e SARA che mi raccontano la loro recente storia, dove in primis assaggio le due gemelle “MR & MS ICON” due Pale Ale molto simili ma diverse, la prima MR ICON, colore rosso rubino al naso note fruttate, agrumate e terrose, in bocca sentori maltati con una leggera nota che mi ricorda il miele di castagno, ben bilanciati da un elegante amaro finale, dove riscontro una leggera sapidità, la seconda MS ICON, colore aranciato al naso prevalenza di note fruttate su tutte frutta tropicale, uva spina e pesca, mentre in bocca ingresso maltato ben bilanciato da un gradevole amaro con tendenza agrumata.
Prossimo assaggio in casa COUTURE “la sartoria della birra”, VOGUE – VIENNA, colore rosso con riflessi ramati, al naso sentori maltati, in bocca note biscottate, frutta secca e miele, chiusura con un buon amaro che sostiene il corpo. Anche in questo caso sono rimasto piacevolmente colpito dalle birre a me proposte e ringrazio ANDREA e SARA per l’ospitalità.
Si prosegue verso lo stand che ospita il birrificio MESH (Mauro, Enrico e Stefano homebrewing), dove MAURO mi fa assaggiare WHITE NOISE un american wheat dove al naso emergono note fruttate esotiche, corpo leggero con un ottima facilità di beva, chiusura leggermente acidula sostenuta da un ottimo amaro, si prosegue con CANE PAZZO un american ipa di tutto rispetto, al naso note di malto caramello, in bocca attacco maltato con leggeri sentori biscottati, chiusura amara molto gradevole, prossimo assaggio PESTE NERA black ipa tosta, al naso cioccolato, caffè in bocca leggere note tostate, caffè, cioccolato, corpo morbido e buona beva, chiusura leggermente amaricata che completa il tutto, ultima birra degustata NO KILT, una scotch ale di tutto rispetto, note torbate un leggero affumicato completano la parte maltata, al palato risulta gradevole e allo stesso tempo morbida, chiude con sentori tostati leggermente amaricati, a cospetto dell’importante tenore alcolico (7,2%vol) si lascia bere con buona facilità.
Chiudo la mia degustazione ringraziando in primis MAURO per il tempo e le birre a me proposte, ringrazio ENRICO e STEFANO per l’ospitalità e invito a continuare a crescere e produrre altre ottime birre.
Prima di raccontarvi dell’ultimo birrificio da me visitato voglio ringraziare PATRICE di SOGNANDOBIRRA per gli assaggi della blond ale F999, il birrificio BIREN per la PHILIPPE, il DOGE per la MARZEN e il birrificio MORGANA.
MATTHIAS MULLER e l’ultimo stand dove mi sono concesso qualche assaggio, partiamo con la: LA PRIMA, una bavarian pale ale che a mio avviso racchiude due mondi (tedesco ed inglese) birra pulita con ottima beva, al naso sentori erbacei e fruttati, in bocca snella fresca con una chiusura leggermente amara, proseguo la mia degustazione con LA SCHILA birra particolare che vede l’impiego di malto da whisky, al naso avverto note torbate, mentre in bocca risulta calda e avvolgente con sentori di whisky, torba e alcolici.
Chiudo la mia presentazione delle birre e dei birrifici ringraziando tutti per l’ospitalità a me concessa, invitandoli a continuare a credere in ciò che sapientemente producono e esortando loro di crescere, sperimentare e far conoscere il fantastico mondo della birra artigianale italiana a tutti.
Ora purtroppo le mie personali considerazioni su questo BEVE’ 2016:
Come già anticipato dalla mia introduzione a mio parere, il costo d’ingresso, la location (se pur stupenda), contornata da altre attività commerciali, la pubblicità non mirata, l’allestimento hanno sicuramente influito, pregiudicando un buon afflusso di appassionati, curiosi e operatori del settore (visto lo scarso numero di visitatori presenti nei tre giorni di manifestazione), i laboratori a pagamento ci stanno ma a mio avviso devono essere strutturati in modo diverso, dove oltre ad offrire nozioni “orali” per giustificare il costo almeno all’avventore si deve proporre un assaggio, una degustazione…. ma la decisione su questo non spetta a me, la mia è una critica costruttiva e spero che gli organizzatori colgano il senso delle mie parole, da parte mia mi aspetterei almeno un evento riparatore.
Chiudo comunque ringraziando tutti per l’ospitalità a me riservata.