Abbazia Notre Dame de Scoumont

L’Abbaye Notre-Dame de Scourmont, si trova negli splendidi boschi fra Forges (Chimay)e Scourmont, vicino al confine francese, nel sud della provincia dell’Hinaut , in Belgio ed è un’abbazia dell’Ordine Cisterciense della stretta osservanza (Trappisti).

La sua costruzione è datata nella seconda parte del XIX secolo ed è gestito dai monaci dell’ordine di Cîteaux.

Le origini di Scourmont si collegano ad una Comunità di monaci cistercensi della zona di Westvleteren, che l’abbate Jourdain (sacerdote della regione di Chimay) inviò per stabilirsi su una terra offerta dal principe di Chimay.

Subito dopo il loro arrivo, questi si misero a lavorare la terra situata nella località Mont du secours dove costruirono innanzitutto un settore agricolo ed in seguito gli edifici dell’abbazia.

Molto rapidamente la birra prodotta dai monaci Trappisti acquisì una notorietà che superò le frontiere del Belgio.

La storia del monastero

Nel 1850, quando viene posta la prima pietra di quello che sarà il futuro monastero da parte di 17 monaci, provenienti dall’abbazia consorella di Westvleteren.

Nel 1863 i lavori terminano, ma solo nel 1871 l’abbazia viene riconosciuta come tale per decreto papale, che nomina anche il primo abate“ufficiale”.

Sul versante “birrario”, è il 1861 la data che segna l’inizio della produzione a Chimay:

in quell’anno l’allora superiore della comunità Hyacinte Bouteca autorizza la costruzione del birrificio, completata nel 1862; nel 1863 vengono acquistati tutti i macchinari necessari alla produzione.

I monaci cominciano a produrre e commercializzare le loro birre, imbottigliate nelle cucine dell’abbazia e conservata nelle cantine, a partire dal 1864-1865.

La produzione viene interrotta (o solo diminuita) nei periodi coincidenti con le due guerre mondiali; nel 1948 la fabbrica viene riaperta, secondo nuovi criteri produttivi, che coniugano il rispetto della tradizione monastica con nuove tecniche produttive, “insegnate” ai monaci dal professor De Clerck dell’università di Lovanio.      

L’altro protagonista della “rinascita” produttiva di Chimay è Padre Theodore, che coltiva e isola in quegli anni il famoso “lievito di Chimay” e che supervisiona, nel ruolo di mastrobirraio, la produzione dal 1954 al 1988. Chimay è la seconda birreria trappista del Belgio in ordine di grandezza, dopo Westmalle (l’attuale produzione si aggira sui circa 110.000 hl); la produzione rimane tutt’ora all’interno dell’abbazia mentre l’imbottigliamento del prodotto lo si effettua in una moderna fabbrica a Baileux, a 10 km dall’abbazia.

Le birre (tre) sono tutte rifermentate in bottiglia e non pastorizzate;

La Cinq Cents la si trova anche alla spina.

La quarta birra prodotta (la Chimay Doreè) la si può trovare soltanto all’Auberge de Poteaupré, (“collegato” ufficialmente all’abbazia) o sulle tavole dei frati.    

E’ in atto una polemica abbastanza “corposa” anche fra gli estimatori delle birre di Chimay a causa della qualità attuale delle birre, che molti ritengono inferiore rispetto al passato; polemica che coinvolge anche l’uso un po’ poco “trappista” di materie prime non proprio ortodosse rispetto alla consolidata tradizione produttiva (estratti al posto di materie prime “naturali”?; lievito dal ceppo modificato rispetto all’originario?).

Sta di fatto, comunque, che ad oggi le birre di Chimay sono le trappiste più diffuse e bevute nel mondo, grazie anche alla efficientissima organizzazione commerciale della quale il monastero si è dotato.

La produzione di birra terminò nel 1914. Ma, dal 1998, a Achel, è possibile degustare nuovamente una autentica birra trappista, prodotta nella birreria dell’Abbazia d’Achel.

Il monaco mastro birraio, che continua a lavorare secondo la ricetta di Fratello Thomas, è garante della riconquistata qualità della birra, che contiene orzo, luppolo, lievito e acqua.  

Andiamo a conoscere la loro produzione: 

Chimay – Tappo bianco triple

Fermentazione: Alta

Stile: Trappista

Colore: Bionda

Gradi: 8%

Bicchiere: Balloon

Servizio: 8-10°C

Birra nata intorno agli anni ’60, per arricchire la gamma di birre scure e dolci con un prodotto più secco. Il colore di questa birra: un bel giallo carico, quasi ambra, leggermente opalescente per il lievito in sospensione. La schiuma: fitta e cremosa, con bolle fini, persistente al punto di lasciare i classici merletti di Bruxelles sull’orlo del bicchiere.

I profumi: fini, intensi e molto variegati, si va dal lievito, alla banana, allo speziato molto piccante. Un bel bouquet veramente. Il palato: morbido e dolce (miele di castagno?) è il primo impatto, la frizzantezza accentuata la caratterizza per bevibilità; la corsa si evolve poi in note leggermente agrumate, e nel lungo e armonico finale emerge l’amaricante del luppolo e una sensazione generale di “rustico”, terroso..

Birra solida e secca, di confortante bevibilità, con una sensazione generale di “leggerezza”, a dispetto della forte componente alcolica, presente, ma ben mixata con il resto dei componenti.

Chimay – Tappo rosso

Fermentazione: Alta

Stile: Trappista

Colore: Ambrata

Gradi: 7%

Bicchiere: Balloon

Servizio: 10-12°C

Di un bel colore rosso mogano, schiuma compatta, cremosa e a bolle grosse, croccante e mediamente persistente. Il naso, forse, è la “cosa” più bella di questa birra: ricco di profumi, intensi e durevoli: frutti di bosco, spezie (pepe, cannella), poi arriva il dolce del malto con un caramello tenute ma diffuso, per finire con frutta rossa matura (prugne?).

Di frizzantezza accentuata, ha corpo snello, vivace anche se per nulla sfuggente. E’ ricca anche al gusto: il dolce del malto, elegante e morbido, la leggera astringenza della frutta, prugna e albicocca, il lievito netto e definito. Il finale è corretto, con note amare di luppolo, che anche nel gusto si era fatto “notare”, e la ricchezza della speziatura, che ritorna ricca e variegata.    

Chimay Tappo blu

Fermentazione: Alta

Stile: Trappista

Colore: Scura

Gradi: 9,0%

Bicchiere: Balloon

Servizio: 12-14°C

Durante il confezionamento viene millesimata, viene cioè impressa sull’etichetta, l’anno di produzione, in modo da poter calcolare i 24 mesi necessari a questa birra per raggiungere il massimo delle proprie qualità, in grado di conservare benissimo per almeno altri tre anni. Ricca e vivace, colore tonaca di frate molto denso; schiuma cremosa e fitta, di color caramello, di medio/lunga persistenza, con bolle fini.

Il bouquet di profumi: impressionante. E’ caratterizzato da un “attacco” leggermente vinoso, si evolve poi in un gradevole fruttato, denso e abboccato, il tutto in un contesto nettamente maltato. Il corpo di questa birra e la sua struttura sono impressionanti: rotondo, alcool presente, diffuso e ben mascherato da tutto il resto; si possono avvertire note tanniche, sentori di noci e mandorle (presenti anche nel finale) spezie diffuse e un finale astringente di ribes e prugna, con il vinoso (leggero) che ritorna. Ricorda vini liquorosi spagnoli e portoghesi (il Porto in primis).    

Chimay Doreè

Fermentazione: Alta

Stile: Trappista

Colore: Dorata

Gradi: 4,8%

Bicchiere: Balloon

Servizio: 6-8°C

E’ la birra consumata quotidianamente dai frati, dalla gradazione alcolica meno elevata delle altre birre prodotte. Birra dal colore dorato carico molto nebbioso, per non dire “torbido”, con schiuma molto fine e poco persistente. Ha un naso caratterizzato (ma un po’ volatile) dalla frutta (pesca, albicocca e un po’ d’uva) e dalle note agrumate (pompelmo?), con il malto che le lega tutte assieme.

Pur non avendo un’alta gradazione alcolica, questa birra ha comunque un corpo relativamente consistente, con una frizzantezza media: si hanno sentori quasi del ferro, con frutta astringente e luppolo in evidenza, il malto e il lievito si avvertono solo in un secondo momento. Birra leggera, che si lascia bere volentieri ma non facilmente, come nella migliore delle tradizioni trappiste.  

Info:

Abbazia Notre Dame de Scoumont

Rue de Poteaupré 5

6464 BOURLERS (CHIMAY) 

Tel:+32 (0) 60 21 14 33 

Monastero-di-notre-dame-de-scourmont

Informazioni su Stefano Gasparini 605 Articoli
Stefano è un appassionato di birra artigianale italiana da molti anni e ha dato concretezza alla sua passione nel 2008 con la creazione di NONSOLOBIRRA.NET, un portale che mira a far conoscere al pubblico il mondo della birra artigianale italiana attraverso recensioni, degustazioni e relazioni con i produttori. Stefano ha collaborato con la Guida ai Locali Birrai MOBI ed è stato presidente della Confraternita della Birra Artigianale. È anche il fondatore del gruppo Nonsolobirra Homebrewers e organizzatore del Nonsolobirra festival dal 2011. In sintesi, Stefano è un appassionato di birra che ha dedicato gran parte della sua vita a far conoscere e promuovere la birra artigianale italiana.