
Ho conosciuto Valter molti anni fa, in un contesto che nulla aveva a che fare con il business o il mercato brassicolo, ma piuttosto con la passione sincera e l’umanità autentica. Persona semplice, stupenda, con una creatività fuori dal comune, qualità che ha sempre messo al centro del suo lavoro e che traspaiono in ogni sua birra. Non è dunque un caso se oggi, mentre scrivo queste righe, lo faccio con un misto di ammirazione, malinconia e rispetto profondo.
La notizia era nell’aria da mesi, ma ora è ufficiale: LoverBeer chiude. Dopo l’annuncio della messa in vendita dell’impianto a inizio anno, è arrivata la conferma definitiva tramite un commiato pubblicato sulla pagina Facebook del birrificio. Un messaggio intenso, sincero, consapevole, che ripercorre quasi vent’anni di un percorso straordinario.
Fondata nel 2009 a Marentino, in provincia di Torino, LoverBeer è stata una delle realtà più pionieristiche del panorama brassicolo italiano. In un periodo dominato da IPA e luppolature americane, Valter Loverier ha avuto il coraggio di intraprendere una strada personale e visionaria, specializzandosi in fermentazioni miste, ingredienti locali – come mosti d’uva e frutta autoctona – e tecniche d’ispirazione belga. Il risultato? Birre uniche, intense, identitarie, capaci di affermarsi a livello internazionale senza mai snaturarsi.
LoverBeer ha contribuito in modo determinante alla diffusione in Italia delle birre acide e delle fermentazioni non convenzionali, diventando un punto di riferimento per gli appassionati e per molti giovani birrai.
La speranza che il marchio potesse proseguire in altra forma – magari come beerfirm – è durata solo pochi mesi. L’annuncio, però, non suona come una fine amara, bensì come la chiusura naturale di un capitolo intenso e coerente. Eppure, tra le righe del messaggio di commiato, si percepisce una porta ancora socchiusa: quando Valter scrive che “LoverBeer, così come l’avete conosciuta, oggi conclude il suo percorso”, lascia aperta la possibilità di una nuova avventura, magari in forme diverse.
La chiusura di LoverBeer è una perdita per tutto il movimento brassicolo italiano, ma anche un invito a riflettere sul momento di cambiamento che il settore sta attraversando. Mentre il mercato evolve e i modelli economici mutano, il valore dell’artigianalità e dell’originalità resta un faro, e la lezione di Valter rimane più viva che mai.
In un mondo dove spesso si rincorrono tendenze e numeri, LoverBeer ha sempre seguito la propria rotta. E questo, oggi più che mai, è ciò che la rende indimenticabile.