L’Associazione Birraria Cuneese: passione, tecnica e comunità per la birra fatta in casa

Un gruppo di oltre ottanta appassionati uniti dalla volontà di diffondere la cultura dell’homebrewing tra incontri, cotte condivise e sperimentazioni

Qual è l’obiettivo principale della vostra associazione di homebrewers e da quanti appassionati è composta?

Come scritto nel nostro oggetto sociale l’obiettivo che ci siamo posti dall’inizio è quello di diffondere il più possibile la cultura e la conoscenza della birra artigianale organizzando eventi che possano coinvolgere sia gli homebrewer che gli assaggiatori più o meno esperti, ma anche chi semplicemente ha il piacere di passare delle serate tra amici bevendo una buona birra. Siamo un’ottantina di soci, di cui una buona percentuale di fedelissimi sempre presenti agli eventi che organizziamo.

Come vi organizzate per scambiarvi consigli e migliorare le tecniche di produzione?

I momenti in cui ci incontriamo di persona sono le occasioni migliori per scambiarsi informazioni e suggerimenti, come ad esempio nelle cotte di gruppo o nelle serate dedicate agli assaggi delle birre prodotte in cui proviamo tra di noi a compilare delle schede di degustazione. Negli anni poi si è creato un grande rapporto di collaborazione, quindi non è raro che nascano spontaneamente dei piccoli gruppi tra soci che si attivano per una cotta da fare insieme o semplicemente per discutere di ricette assaggiando le proprie produzioni.

Avete dei canali di comunicazione o piattaforme dove i membri possono confrontarsi e condividere esperienze?

Al momento oltre ai canali ufficiali (gruppo Facebook e broadcast WhatsApp) in cui possono interagire tutti i soci abbiamo creato un gruppo WhatsApp finalizzato a risolvere le varie problematiche che possono incontrare gli homebrewer, dove si possono scambiare consigli, idee e approfondire il confronto. Periodicamente poi nascono dei gruppi temporanei dedicati alla produzione di birre specifiche, come in questo periodo quelli dedicati alla produzione di Grodziskie e di una birra da affinare in botte.

Quali sono gli errori più comuni che un homebrewer alle prime armi dovrebbe evitare?

Secondo noi, fin dalle prime cotte svolte in autonomia occorre evitare di arrivare impreparati sulla conoscenza almeno sommaria dei processi di produzione e sullo stile che si vuole brassare. Replicare una ricetta senza chiedersi il perché della sua formulazione può portare ad impigrirsi nel compito fondamentale dello studio continuo. Inoltre non bisogna trascurare o sottovalutare la necessità di pulizia e sanitizzazione delle attrezzature.

Quali attrezzature consigliate a chi vuole iniziare con l’homebrewing?

Conviene partire con l’attrezzatura minima del classico kit in plastica, per evitare grossi investimenti di denaro prima di aver capito che questo hobby fa per noi.
L’attrezzatura basilare permette di concentrare l’attenzione sulla conoscenza del processo di fermentazione, e successivamente sul mashing (passando il prima possibile all’All Grain). Con l’esperienza l’homebrewer deciderà poi su quale attrezzatura più evoluta puntare (BIAB, tre tini, All-In-One) in base ai gusti personali, alle disponibilità economiche e alle finalità.
Il primo miglioramento quasi obbligatorio sarà l’utilizzo di attrezzature per il controllo rigoroso della temperatura di fermentazione e del pH.

Ci sono tecniche particolari o innovative che avete sperimentato con successo?

Ognuno degli homebrewer dell’Associazione sperimenta con tecniche differenti:

  • mini-impianto professionale autopulente (CIP)
  • basse fermentazioni
  • mash e decozioni
  • fermentazioni miste in botti di legno
  • ingredienti disparati dall’orto e dal frutteto

Ognuno si esprime come preferisce e scambia esperienze nell’Associazione.

Quali sono le materie prime più difficili da reperire per un homebrewer in Italia?

Fare la Grodziskie è praticamente proibitivo in Italia:

  • il malto originale viene prodotto in Cekia e ha costi di spedizione altissimi
  • i luppoli polacchi si trovano online ma hanno costi di spedizione elevati
  • il lievito originale è difficile da ricevere in buono stato dagli USA, e la sede europea non risponde
  • i fornitori italiani non prevedono di inserirlo a catalogo

Quali stili di birra riscuotono più successo tra gli homebrewers italiani?

Gli homebrewers italiani amano sperimentare con stili sempre diversi e ingredienti vari. Non ci sono stili dominanti, anche quelli dimenticati tornano in voga. A differenza dei birrifici, l’homebrewer produce quello che lo ispira, anche dopo un semplice assaggio.

Avete sperimentato con ingredienti particolari o locali nelle vostre ricette?

Molti utilizzano frutta, fiori e vegetali locali, spesso autoprodotti. Esperimenti con malti di orzo italiani hanno dato conversioni difficoltose e sentori mielosi, non sempre adatti.

Qual è la vostra opinione sulle birre analcoliche o a basso contenuto alcolico fatte in casa?

Non ci è mai successo di assaggiarle, ma non siamo chiusi a nessuna novità.

Organizzate eventi, concorsi o degustazioni tra i membri?

Ogni anno organizziamo un calendario ricco di eventi, tra cui:

  • degustazioni a tema
  • serate tecniche
  • cotte di gruppo
  • visite ai birrifici
  • la gita sociale annuale in bus

Organizziamo annualmente il concorso “Faida degli Homebrewer”, giunto alla nona edizione, che si terrà domenica 28 settembre

    • concorso a stile libero
    • 2 menzioni speciali (Munich Helles e Saison)
    • giuria esperta + concorso popolare
    • aperto a soci e non soci

Collaborate con birrifici artigianali per scambi di conoscenze o cotte condivise?

Sì, collaboriamo molto con i birrifici della provincia di Cuneo, in particolare:

  • Birrificio Trunasse (nostra sede sociale)
  • Birrificio Kauss
  • Birra Carrù (con raccolta luppolo + cotta)
    Organizziamo visite con degustazioni guidate dai birrai. Il territorio offre molte occasioni future di collaborazione.

Avete contatti con altre associazioni di homebrewers, magari internazionali?

Abbiamo contatti con l’associazione Birrafacendo di Torino, con cui abbiamo già realizzato cotte condivise. I loro soci partecipano regolarmente al nostro concorso.

Quali sono le principali difficoltà che un homebrewer italiano deve affrontare oggi?

Oggi è facile reperire informazioni e materiali per l’homebrewing, anche tecnici e avanzati. Non vediamo particolari difficoltà per chi vuole praticare e migliorare.

Pensate che in futuro ci sarà un maggiore riconoscimento dell’homebrewing in Italia, magari con regolamenti più favorevoli?

La normativa attuale permette di fare tutto a livello casalingo. La diffusione dell’homebrewing tra i giovani può crescere con incontri tematici e convegni, come il recente Torino Homebrewing Lab.

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Informazioni su Matteo Cazzola 28 Articoli
Appassionato maniacale dell'arte del homebrewing, dal 2023 ha deciso di mettersi in gioco, condividendo le proprie ricette e considerazioni, gestendo la rubrica Brassando si impara. Co-fondatore e amministratore del gruppo Homebrewers Vicentini