Abbiamo intervistato Riccardo Costa del birrificio Benaco 70

Ciao Riccardo, noi di Nonsolobirra.net siamo molto interessati a conoscere il birraio perché riteniamo le birre artigianali siano un’estensione della personalità di chi le produce, iniziamo la nostra intervista chiedendo di parlarci di te.  

Riccardo e Erica

Quando e com’è nata in te la passione per la birra?

Una decina di anni fa per il mio compleanno Erica mi ha regalato il kit per farsi la birra in casa…è iniziato tutto da li! Ci siamo appassionati sempre di più e così, dopo anni di homebrewing, dopo aver assaggiato tante birre ed aver visitato numerose realtà italiane ed estere, buttate alle ortiche le lauree in Viticoltura ed Enologia e Statistica, abbiamo deciso di investire le nostre competenze professionali, maturate in altri settori, nella creazione di un birrificio artigianale d’eccellenza.  

Di cosa ti occupi precisamente in birrificio?

Da bravi artigiani ci curiamo del prodotto a 360 gradi e seguiamo personalmente ogni aspetto della nostra attività, che non è solo (magari!!) produrre birra…..dedichiamo la massima cura a tutte le fasi, dalla scelta delle materie prime fino all’imbottigliamento e alla commercializzazione. Io mi occupo principalmente della produzione e del controllo qualità, oltre che della manutenzione degli impianti e della loro pulizia e sanificazione…in fin dei conti la regola delle tre “P” per un birraio è Pulire, Pulire, Pulire! Erica segue la parte commerciale e amministrativa. Ogni decisione viene comunque condivisa!

Il nome Benaco70 deriva da?

BENACO è l’antico nome latino del lago di Garda, 70 era la somma delle età dei componenti della famiglia quando abbiamo avviato il birrificio.

Dal primo impatto avuto vedendo la vostra location, mi sembra un birrificio dinamico, che dimostra molta attenzione alla comunicazione, e si orienta principalmente verso un mercato raffinato (ristorazione, pub, enoteche e beer shop), ma al di là delle mie impressioni, qual è la filosofia dell’azienda?

Puntiamo a prodotti di alta qualità, ad alto contenuto di entusiasmo e creatività! Curiamo molto l’immagine ed il packaging, abbiamo scelto delle etichette eleganti, pulite, minimaliste, facilmente riconoscibili, per una clientela di livello medio-alto.

Quali sono i caratteri distintivi del birrificio?

Birre di qualità, pulite ed eleganti.

Parlaci degli altri aspetti del birrificio. Quante e quali persone lavorano in Benaco70?

Non abbiamo dipendenti, seguiamo tutto io e mia moglie e talvolta fare fronte a tutti gli impegni lavorativi e non che dobbiamo sostenere è abbastanza complicato…Oltre a produzione, confezionamento, commercializzazione, fiere e quant’altro abbiamo anche l’impegno del punto vendita, aperto tutti i pomeriggi, e due tremendi bimbi piccoli!  

Che tipo di impianto utilizzate?

Utilizziamo un impianto di produzione da 10 Hl a cotta della ditta vicentina Impiantinox – Easybrau.

Al momento abbiamo 4 serbatoi verticali troncoconici per la fermentazione e la maturazione delle birre (con la possibilità di espandere la capacità fino a 12 serbatoi) e un miscelatore per l’imbottigliamento.

In birrificio abbiamo installato due celle frigorifere, una “calda” per la rifermentazione a 20 °C circa e l’altra fredda (7 °C) per la maturazione e lo stoccaggio del prodotto prima della vendita.  

Ovviamente molti appassionati saranno curiosi di sapere qualcosa sulle birre in produzione. Puoi farmi una rapida rassegna della gamma del birrificio, magari con qualche informazione aggiuntiva, non ricavabile dal sito web e da altri strumenti promozionali?

Le nostre sono birre crude, non pastorizzate e non filtrate, senza coloranti né conservanti, che rifermentano in bottiglia ed evolvono nel tempo…Attualmente abbiamo in produzione sei tipologie di birre: Blanche, Kolsch, Strong Bitter, Honey Ale e India Pale Ale ad alta fermentazione, mentre l’ultima nata è una birra a bassa fermentazione in stile bavarese Helles.

Una nuova tipologia di birra arriverà per Natale!

Sono birre molto diverse fra loro, ognuna con una propria personalità!

La Kölsch è una birra chiara ad alta fermentazione, tipica della città di Colonia. Secca, moderatamente amara con note erbacee e floreali, malto base Pils e luppoli nobili tedeschi. E’ uno dei pochi stili brassicoli ad alta fermentazione sopravvissuti in Germania. Sostanzialmente la Kölsch è molto simile alla pils, ma meno amara e leggermente fruttata. O, come qualcuno ha scritto, è una “ale che vuole somigliare ad una lager”; in letteratura è tra le poche ad essere considerata a fermentazione “ibrida”, cioè che utilizza lieviti ad alta fermentazione ma tenuti a temperatura molto bassa.

La Blanche è una birra ad alta fermentazione in stile Blanche – Wit. Chiara ed opalescente, fresca e leggera, con note agrumate e speziate data dalla classica aromatizzazione con buccia d’arancia amara e coriandolo, lievemente luppolata. Ottima come aperitivo rinfrescante e dissetante, accompagna bene salumi e formaggi freschi, piatti a base di pesce e verdure, dolci e frutta. Oltre al malto d’orzo utilizziamo frumento ed avena crudi e luppoli solo da aroma.

La Helles è per ora l’unica birra a bassa fermentazione in produzione. Di colore paglierino scarico, dalla schiuma candida e cremosa, con note di malto predominanti e una delicata luppolatura. Una birra leggera, semplice, piacevole e beverina, adatta a tutti e a tutte le occasioni. Anche in questo caso il malto è chiaro ed il luppolo è quasi obbligato: lo Spalt Spalter.

La Strong Bitter è una birra ad alta fermentazione in stile English Pale Ale. Di colore ambrato carico, secca, ben bilanciata tra l’aroma dei malti speciali e l’amaro dei luppoli inglesi. Giustamente corposa senza eccedere, da abbinare a formaggi stagionati, carni rosse alla griglia, pizze saporite, dessert al cioccolato. I malti ed i luppoli sono inglesi e a farla da padrone in questa birra sono certamente i malti tostati, che rendono complesso l’assaggio e che mitigano le note amare del luppolo.

La Honey Ale è una birra speciale ad alta fermentazione in stile Belgian Strong Ale, caratterizzata dall’aggiunta di miele di castagno. Di colore ambrato bronzeo, con sentori inconfondibili di miele. In bocca è ricca, calda, avvolgente e morbida, con note di miele e frutta secca. Ciò che stupisce piacevolmente è il finale amaro che rinfresca e invoglia ad altri assaggi. La caratteristica che non ci si aspetta da questo genere di birra è trovarsi nel bicchiere una birra secca, con le note aromatiche del miele e, a supporto degli alfa acidi, anche l’amaro tipico del miele di castagno. A sorpresa è una delle birre che vendiamo di più!

La nostra IPA è un incrocio fra una Apa e una Ipa… Intensamente luppolata con note agrumate e resinose tipiche dei luppoli americani ma brassata all’inglese, senza dryhop. Una birra di carattere, decisa, con un amaro intenso e di grande persistenza aromatica. Non effettuiamo il dry hopping in quanto vogliamo che i profumi/sapori del luppolo si possano concentrare in bocca e non abbiano un’eccessiva volatilità. Per ovviare ad un’inevitabile perdita di appeal al naso preferiamo effettuare abbondanti luppolature a fine bollitura.

La scelta del formato e della tipologia delle bottiglie da cosa è stata motivata?

Abbiamo scelto di associarci e di usare le bottiglie create appositamente dall’Associazione Unionbirrai per la birra artigianale italiana nei due formati 33 e 75 cl. Un packaging esclusivo, sinonimo di qualità garantita al consumatore, perché l’artigianalità italiana si riconosce anche dalla forma!

Estendo e completo la precedente domanda chiedendoti qual è la fonte di ispirazione per i nomi delle tue birre?

Per scelta non diamo alle birre nomi di fantasia ma il nome dello stile con lo scopo di diffondere la cultura della birra che in Italia purtroppo manca…ma le cose stanno migliorando!

Il tuo cavallo di battaglia? Perché?

Non ho un cavallo di battaglia…ogni nostra birra ha un suo perchè, un suo momento e un cliente che ci rende soddisfatti ed orgogliosi del lavoro fatto!

Che cosa ricerchi e cosa pretendi nelle tue birre?

Carattere, pulizia ed eleganza.

In birrificio è presente un punto di mescita?

Abbiamo un piccolo spaccio con mescita e vendita diretta al dettaglio.

Dove è possibile trovare in commercio le tue birre?

Attualmente siamo presenti in Veneto, Lombardia, Trentino Alto-Adige e Toscana.

In che modo avviene la promozione dei tuo prodotti?

Organizziamo degustazioni presso il birrificio e serate/eventi nei locali clienti o di divulgazione per diffondere la cultura della birra, partecipiamo a manifestazioni e fiere sia locali che nazionali…

Aprire un micro birrificio è un po’ il sogno di tutti gli appassionati, tanto che non sono pochi coloro che poi effettivamente compiono il grande passo. Tu graviti nell’ambiente (da tempo), che consigli ti sentiresti di dare?

Consiglio vivamente di fare il passo a seconda delle possibilità economiche!! La conoscenza, la passione, il fare birra da tempo e, magari, con buoni risultati, non bastano. Sono certamente condizioni necessarie (e tante volte smentite) ma non sufficienti.  

Il ROI migliore è sicuramente l’apertura di un Brewpub, i margini sono alti ma l’investimento richiesto è impegnativo. Oltre all’impianto di produzione sono da aggiungersi i costi di realizzazione del pub e i costi fissi (personale, cuochi, materie prime…). Per un micro birrificio “bastano” 2/300 mila euro ma, a differenza del brewpub, per vendere la propria birra bisogna andare in giro a trovare clienti….e più sono grossi più il margine cala. Infine le beer firm: l’investimento ed il rischio iniziale sono bassi e bastano poche migliaia di euro per avere la propria birra. Una volta trovato un valido birrificio presso cui produrre o far produrre (ci sono vari livelli di beer firmer…) ci si può concentrare sulla parte commerciale e farsi conoscere per poi magari, dopo qualche anno, fare il passo.

Le difficoltà maggiori che hai incontrato iniziando la tua attività?

Difficoltà ne abbiamo incontrate tante e continuiamo ad incontrarne…essere imprenditori è difficile, impegnativo e ti assorbe completamente! Principalmente difficoltà economiche perchè l’investimento iniziale è notevole, qualche difficoltà burocratica che ha causato dei ritardi nell’inizio dell’attività, difficoltà commerciali perchè la concorrenza è tanta e non è facile trovare partener validi nella distribuzione!

Quello che segue è un elenco di alcune tendenze del settore: collaborazioni tra birrifici, maturazioni in legno, utilizzo di ingredienti “del territorio”, versioni “sour”, estremizzazioni alcoliche, connubio col vino.

Quali di queste correnti non saranno mai prese in considerazione da Benaco70?

Le vie del malto sono infinite! Attualmente lasciamo le acide a chi le sa fare ed il vino ai tanti produttori della Valpolicella che ci circonda. Birre maggiormente alcoliche sarebbero interessanti, ma in controtendenza rispetto a quello che i nostri clienti ci chiedono. Detto ciò, abbiamo già in mente qualcosina di potenzialmente simpatico…

Cosa ne pensi della forte espansione che il panorama brassicolo Italiano sta vivendo?

Finalmente, era ora! Siamo rimasti nell’ombra per troppo tempo e la fantasia e le capacità creative e produttive di noi italiani stanno finalmente uscendo allo scoperto anche in questo campo. Questo si traduce ad avere per la birra, oltre a prodotti mass market, standardizzati e di poco carattere, anche prodotti di elevata qualità che possano donare, a chi li beve e cerca, nuovi piaceri gustativi. Credo che quello che stiamo vivendo in questi anni con la birra artigianale sia simile a quanto accaduto con il vino trent’anni fa. Sta crescendo la cultura della birra e ci sono sempre più persone appassionate che non si accontentano più della bionda o rossa alla spina senza saperne nulla, ma che sono curiose, ricercano stili diversi, e che sono disposte a spendere di più per bere prodotti di qualità!

Secondo te gli incessanti aumenti (Iva, Accisa, Materie prime) porteranno a una scrematura, o continueremo ad assistere alla fortissima espansione e al numeroso crescere di nuovi produttori?

Non credo saranno gli aumenti a determinare la scrematura quanto un fisiologico calo. Già mi sembra stia diminuendo il numero di nuove aperture e credo rimarrà sul mercato solamente chi lavora volendosi distinguere per qualità dai grossi gruppi. Inoltre, purtroppo, ci sono in circolazione delle FALSE artigianali che non solo sminuiscono il lavoro di tanti appassionati togliendo loro clientela ma anche rovinano il concetto di Birra Artigianale.

Prima di chiudere con la più classica delle domande, vorrei chiederti cosa ne pensi e di conseguenza con che criterio valuti tutti gli inviti che ricevete agli eventi che stanno ultimamente monopolizzando tutti i week end?

Siamo letteralmente bombardati di richieste di partecipazione a fiere e manifestazioni! Non è facile capire a quali vale la pena partecipare, soprattutto se si tratta di prime edizioni. Nella nostra piccola esperienza abbiamo già constatato che eventi organizzati sotto data e in fretta non portano buoni risultati, in quanto la loro comunicazione e visibilità non è adeguata.

Progetti futuri?

Continua ricerca di miglioramento dei prodotti, nuove birre, nuovi mercati anche esteri.

Sogno nel cassetto?

Troppi…

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BEER my LOVER
Informazioni su Stefano Gasparini 648 Articoli
Stefano è un appassionato di birra artigianale italiana da molti anni e ha dato concretezza alla sua passione nel 2008 con la creazione di NONSOLOBIRRA.NET, un portale che mira a far conoscere al pubblico il mondo della birra artigianale italiana attraverso recensioni, degustazioni e relazioni con i produttori. Stefano ha collaborato con la Guida ai Locali Birrai MOBI ed è stato presidente della Confraternita della Birra Artigianale. È anche il fondatore del gruppo Nonsolobirra Homebrewers e organizzatore del Nonsolobirra festival dal 2011. In sintesi, Stefano è un appassionato di birra che ha dedicato gran parte della sua vita a far conoscere e promuovere la birra artigianale italiana.