Ciao, lettori di NONSOLOBIRRA, eccoci alla dodicesima lezione, da oggi iniziamo il percorso che ci porterà a scoprire quali sono realmente le birre, come si degustano e come si servono.
Saranno alcune lezioni, adesso che sappiamo con che cosa è fatta la birra e come viene prodotta è ora di imparare a berla!
Oggi parleremo degli stili.
Forse è una parola che non hai mai sentito associata al mondo della birra, ti capisco, il nostro nemico (leggasi industria) ha fatto di tutto nell’ultimo secolo per far si che sparisse il numero più alto possibile di birre nel mondo che fossero minimamente diverse dalla loro bionda insapore.
Cosa intendiamo quindi per stile di birra? Nel gergo di noi birrai, indichiamo come stile, una tipologia di birra che ha dei canoni ben definiti per la sua produzione.
Ne esistono tantissimi, ne sono stati classificati oltre 100 in tutto il mondo, ognuno con dietro una storia, un popolo ed una determinata tecnica produttiva.
Nelle scorse lezioni ci siamo già cascati nel nominarne alcuni, se ricordi, abbiamo visto cosa è una saison belga oppure un India Pale Ale inglese. Ecco, questi sono due esempi di stile.
Ora, dato che sono veramente tanti, non credo sia il caso che mi metta ad elencarteli tutti uno alla volta. Sarebbe, oltre che un lavoro immane, una cosa noiosa da leggere. Però, se vuoi approfondire, a questo link ti lascio un file che puoi scaricare dove trovi tutte le descrizioni in italiano.
Esiste un organo che a livello mondiale, definisce quali sono gli stili di birra, il BJCP (Beer Judge Certification Program), questa organizzazione si occupa anche di definire quali siano le caratteristiche che una birra deve avere per poter essere giudicata in un concorso, in maniera unica e senza possibilità di errore da parte di un giudice.
Quando io decido di scrivere una nuova ricetta insomma, mi apro il file che ti ho lasciato sopra, mi studio per filo e per segno quali sono i canoni che devo rispettare e poi mi metto al lavoro. Questo mi permette di ottenere sempre birre equilibrate e corrette (e che vincono i concorsi, ma questa è un’altra storia!).
Vediamo ora come nasce uno stile.
Per mia personale scelta, mi piace dividere i tanti stili classificati in due macro categorie, gli stili storici e gli stili moderni.
Uno stile storico è legato ad una birra che viene prodotta da secoli dall’uomo, mi viene da pensare alle stout irlandesi, alle birre trappiste, alle Bock tedesche. Sono tutte birre che, se si studiano un attimo, portano con sé una storia.
Per esempio, lo sapevi che le stout (quelle nerissime) che sono le birre tradizionali dell’Irlanda, sono in realtà originarie dell’Inghilterra? Le loro sorelle minori sono le Porter, birre prodotte per i lavoratori dei porti inglesi che inizialmente venivano anche esportate in Irlanda. Gli irlandesi semplicemente iniziarono a prodursele per risparmiare sui dazi inglesi, le stout nacquero in questo modo.
Altro esempio sono le Bock tedesche, prodotte esclusivamente dai frati, erano le birre più alcoliche che la Germania producesse, avevano uno scopo ben preciso. Venivano prodotte infatti durante l’inverno e consumate dai frati durante il periodo di quaresima, questo perché i frati avevano l’obbligo del digiuno, una birra più alcolica riusciva a portare più principi nutritivi, il che aiutava i frati a passare al meglio questo periodo (e non oso immaginare la grande quantità di alcol come li potesse aiutare…)
Tutti gli stili storici come ti dicevo hanno insomma alle spalle un popolo, una storia ed un motivo per cui esistono.
Diverso è per gli stili moderni.
In questo caso, la “colpa” della classificazione di nuovi stili è di noi birrai.
Diventa molto difficile ormai ai giorni nostri che una birra nasca per una necessità particolare, la società moderna non ha dei problemi da risolvere legati a questo prodotto, la globalizzazione permette che qualsiasi prodotto possa diventare reperibile in ogni angolo del mondo in qualsiasi momento.
Per questo, i tecnici del BJCP hanno definito alcune linee guida che permettono l’inserimento di un nuovo stile. Il più importante di tutti è che ad un certo punto, esista un numero rilevante di birrifici che produca quella determinata birra, in secondo luogo, i consumatori devono dimostrare di apprezzare e consumare regolarmente quella birra.
Negli ultimi anni ne sono stati inseriti alcuni, tra i quali anche il primissimo stile tutto italiano.
Stiamo parlando delle Italian Grape Ale (IGA), uno stile che prevede l’unione di mosto di birra e mosto d’uva per la creazione di una birra molto particolare che si va a definire come una via di mezzo tra una birra ed un vino.
Sicuramente, da bravi italiani, qualcosa di più strano non potevamo inventarcelo, ma queste birre hanno preso talmente piede che addirittura i nostri colleghi americani hanno subito preso spunto per produrre le loro.
Ne produciamo una pure noi di IGA, la Spiga, con le uve del vigneto che abbiamo in mezzo ai campi di Birre della Terra. Lo coltiviamo e vendemmiamo direttamente noi, un puro divertimento.
Altri stili moderni sono sicuramente tutte le variabili di India Pale Ale che sono nate negli ultimi anni specialmente oltreoceano. Ancora una volta, i colleghi americani si sono dati da fare sfruttando al massimo tutte le nuove varietà super profumate di luppolo che proprio loro hanno sviluppato. Black IPA, White IPA, New England IPA… Sono tantissime.
Con questa lezione, volevo principalmente stimolare la tua curiosità, per troppo tempo siamo stati costretti a bere birre sempre uguali e assolutamente senza gusto e carattere.
Il mio invito è quello di buttarti, provale tutte senza paura, vedrai che ti ritroverai a scoprire cose che mai ti saresti aspettato. Noi birrai fortunatamente possiamo contare su una storia millenaria da cui attingere e anche da un’ottima fantasia che ci aiuta sempre ad innovare un po.
Alla prossima
Nicola
INFORMAZIONI
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