

Ciao Enrico, noi di Nonsolobirra.net siamo molto interessati a conoscere il birraio perché riteniamo le birre artigianali siano un’ estensione della personalità di chi le produce, iniziamo la nostra intervista chiedendo di parlarci di te.
Quando e com’è nata in te la passione per la birra?
Il mio interesse per la birra è iniziato presto, fin da ragazzino quando uscivo a bere con gli amici al pub del paese. Crescendo ho iniziato ad affinare i miei gusti e a preferire una buona birra rispetto a tante altre bevande che si possono ordinare nei locali. Piano piano ho scoperto che il mondo della birra offriva sempre qualcosa di nuovo da assaggiare, mi sono incuriosito e ho iniziato a volerne sapere sempre di più in modo anche più specifico.
Di cosa ti occupi precisamente in birrificio?
Di tutto, dalla contabilità alla produzione, dall’etichettatura alle prove di qualità della birra.
Il nome Luppolajo deriva da?
Dai campi di luppolo che nell’800 venivano chiamati proprio così. I luppolaj erano presenti anche nella penisola italica durante il dominio austroungarico e fornivano il luppolo necessario ai birrifici locali per la produzione di birra, come succedeva in Germania.
Agribirrificio, parlaci della tua produzione ( Malto e Luppolo )
Per quanto riguarda il malto, noi coltiviamo 4 ettari ad orzo che vengono impiegati per la produzione della birra. La maltazione del nostro orzo avviene in Austria e quel che ritorna in Italia è la tipologia base di malto necessaria alla produzione delle nostre birre: il malto pilsner. Rispetto al luppolo, invece, abbiamo una piccola coltivazione di circa 70 piante con cui riusciamo a produrre solo una birra all’anno, Afrodite. Ciò dipende dalla difficoltà e dall’onerosità della raccolta del luppolo: l’Italia non fornisce ancora con facilità strumenti adatti a questo compito; la raccolta, quindi, avviene in maniera manuale. Per racimolare la quantità sufficiente a una cotta occorrono molte ore di lavoro di qualche persona. Non è vantaggioso.
Quali sono i caratteri distintivi del birrificio?
Prima di tutto, il Luppolajo si distingue per essere agri-birrificio, quindi come dicevamo prima, la produzione di birra si basa sull’utilizzo delle nostre materie prime; in secondo luogo faccio tutte birre ad alta fermentazione: questo è determinato dalla tipologia di acqua che utilizzo, piuttosto dura, e che preferisco non cambiare, essendo quella del nostro pozzo; infine personalizzo molte ricette inserendoci prodotti tipici del mio territorio: nella Georgica, birra blanche, oltre alla classica speziatura di coriandolo e scorza d’arancia, aggiungo camomilla (pianta che cresce facilmente nei nostri campi) e la faccio rifermentare con il miele prodotto dalle api della mia cascina. La Castellana, di partenza birra bitter, è aromatizzata con l’erba di S.Pietro o Balsamita Major che a Castel Goffredo viene utilizzata come nella cucina tradizionale soprattutto per fare il ripieno dei tortelli. Nella cotta della Mantva metto 130kg di pura zucca mantovana.
Parlaci degli altri aspetti del birrificio. Quante e quali persone lavorano nel birrificio?
Più o meno siamo in quattro! Io, come già detto, faccio un po’ di tutto, ma curo soprattutto la produzione, mio padre parte della coltivazione e vendita, mio zio che mi affianca nella produzione e mia moglie che mi accompagna a tutte le fiere…una vera e propria conduzione familiare!
Che tipo di impianto utilizzate?
Spadoni da 5hl (in foto) a vapore con due tini riscaldati e la cotta giornaliera è sempre doppia, quindi produco 1000 litri per volta.
Ovviamente molti appassionati saranno curiosi di sapere qualcosa sulle birre in produzione.
Puoi farmi una rapida rassegna della gamma del birrificio, magari con qualche informazione aggiuntiva, non ricavabile dal sito web e da altri strumenti promozionali?
Allora andiamo per ordine:
La prima birra che ho brassato è stata la Rosae. Ipa anomala in quanto uso pilsner di base e del cascade in fiore e un bel po’ di Dana in dry hopping.
Poi è nata la Bucolica. Qui uso esclusivamente il nostro pilsner come malto e lascio fare tutto al lievito Kolsch fatto fermentare a 21°C.
L’Eneide la sento veramente la mia birra. Qui non ho ascoltato nessun consiglio e ho fatto di testa mia. 5 Malti per dare il corpo e i profumi tostati e il Sorachi mitigato da altri luppoli in aroma.
La Castellana l’ho sviluppata dopo diversi tentativi come homebrewer, e l’ho portata al suo definitivo equilibrio con questo impianto.
Di base è una bitter con un singolo luppolo in fiore: Fuggle! Eccezionale per equilibrare l’erba amara.
La Georgica è stata presentata sei mesi dopo l’apertura del birrificio perché stavamo aspettando di raccogliere il frumento da utilizzare.
Il miele è usato solo in rifermentazione. Lievito 3944.
Birra Di Natale è una ricetta scritta e brassata insieme a Nicola Nani, birraio Vicentino e grande amico. 100% pilsner di malto e leggera speziatura.
Il cardamomo è dosato con molta parsimonia.
La scelta del formato e della tipologia delle bottiglie da cosa è stata motivata?
Inizialmente 0,75 l è un formato che ammortizza meglio i costi di packaging; si presenta elegante e valorizza il prodotto; successivamente abbiamo introdotto le 0,33 per poter soddisfare il singolo consumatore e quello curioso che vuole assaggiare un po’ di tutto ma in piccole quantità.
Estendo e completo la precedente domanda chiedendoti qual è la fonte di ispirazione per i nomi delle tue birre?
Quasi tutti i nomi delle birre prendono spunto da opere di Virgilio, (Bucolica, Georgica, Eneide, Rosae) autore latino di origini mantovane, alcuni studiosi sostengono proprio da una frazione di Castel Goffredo. Ho fatto questa scelta per coniugare l’attaccamento al mio territorio con qualcosa di antico e altisonante.
Il tuo cavallo di battaglia? Perché?
Eneide perché è quella che produco perché si avvicina ai miei gusti.
Che cosa ricerchi e cosa pretendi nelle tue birre?
Equilibrio, ricchezza di profumi e pretendo che siano pulite, senza difetti e che ti invoglino a berne un’altra.
In birrificio è presente un punto di mescita?
No, per il momento abbiamo solo un punto spaccio.
Dove è possibile trovare in commercio le tue birre?
Le nostre birre sono distribuite solo nei migliori locali che apprezzano le birre artigianali, sia pub sia ristoranti sia agriturismi; inoltre nei negozi specializzati in prodotti artigianali di alta qualità.
In che modo avviene la promozione dei tuoi prodotti?
Tramite fiere, eventi organizzati e feste della birra artigianale.
Aprire un micro birrificio è un po’ il sogno di tutti gli appassionati, tanto che non sono pochi coloro che poi effettivamente compiono il grande passo.
Tu graviti nell’ambiente (da tempo), che consigli ti sentiresti di dare?
La passione è alla base, ma quando si passa all’aspetto imprenditoriale non basta ma diventano importanti mantenere una qualità alta del prodotto e gestire la parte burocratica.
Le difficoltà maggiori che hai incontrato iniziando la tua attività?
Le questioni legate alla burocrazia e permessi, il dialogo con tutti gli enti con cui devi rapportarti che non hanno una legislazione chiara e univoca a cui rifarsi.
Quello che segue è un elenco di alcune tendenze del settore: collaborazioni tra birrifici, maturazioni in legno, utilizzo di ingredienti “del territorio”, versioni “sour”, estremizzazioni alcoliche, connubio col vino.
Quali di queste correnti non saranno mai prese in considerazione da te?
Penso nessuna perché basta parlare di birra e mi interessa.
Cosa ne pensi della forte espansione che il panorama brassicolo Italiano sta vivendo?
Sta vivendo un bel momento. Probabilmente continuerà ancora per molto e spero che arrivi al livello degli USA dove il consumatore in quasi tutti i locali in cui va, può scegliere tra un prodotto kraft e uno industriale.
Secondo te gli incessanti aumenti (Iva, Accisa, Materie prime) porteranno a una scrematura, o continueremo ad assistere alla fortissima espansione e al numeroso crescere di nuovi produttori?
Credo sia indifferente perché tutti paghiamo nello stesso modo. La scrematura avverrà per il livello qualitativo del prodotto e per quello commerciale.
Prima di chiudere con la più classica delle domande, vorrei chiederti cosa ne pensi e di conseguenza con che criterio valuti tutti gli inviti che ricevete agli eventi che stanno ultimamente monopolizzando tutti i week end?
Si, in effetti per ogni weekend ci sarebbe qualcosa da fare…50% a quelli a cui ho già partecipato e riesco a avere una previsione di come andrà l’evento; 50% vado a intuito e fiducia, con la speranza di trovare il migliore appuntamento dell’anno. Inoltre credo che alcuni organizzatori pensino che i birrifici siano come dei “fenomeni da circo”, nel senso che non basta scrivere sulla locandina “ 20 birrifici presenti” per creare un evento di successo, serve una promozione capillare e organizzata ; ma soprattutto occorre che chi crea l’evento abbia la stessa passione per la birra di chi la produce.
Progetti futuri? Trovare del tempo per andare in vacanza! Migliorare l’organizzazione complessiva del birrificio, individuando qualche collaboratore a cui affidare compiti ben definiti. Sviluppare vendita con l’estero, in particolare con gli USA.
Sogno nel cassetto?
Ne ho molti! Ma forse il più importante è un mondo libero dalla Radler!
Ringrazio tutto lo staff del birrificio Luppolajo per il tempo a me concesso.
Agribirrificio Luppolajo Str. Carpenedolo, 13 46042 Castel Goffredo (MN) – http://www.luppolajo.it