
Puoi, Nicola, raccontarci di te? Come ti sei avvicinato al mondo dell’homebrewing?
Mi chiamo Nicola Bossi, ho 36 anni e sono di Fossombrone, un piccolo paese in provincia di Pesaro-Urbino. Attualmente vivo a San Marino, dove lavoro come impiegato tecnico in un’azienda che produce mobili.
Da quanto tempo produci birra in casa e cosa ti ha spinto a iniziare?
Mio nonno materno è stato titolare per diverso tempo di un’azienda di liquori e mia madre, anche lei appassionata, ha sempre sperimentato in casa la produzione di liquori partendo da frutta e agrumi. Quando iniziai a lavorare, nel 2008, per il suo compleanno decisi di regalarle un alambicco, ma cercando in rete mi apparve un kit per la produzione della birra… “aggiungi al carrello”, “procedi con l’acquisto”, “conferma” ✓ e addio alambicco.
Quali sono state le prime difficoltà che hai incontrato e come le hai superate?
Inizialmente non avevo molte pretese, non ne sapevo molto e quello che usciva all’epoca ora non sarebbe considerato potabile… nemmeno dai miei amici! Ho fatto solo due birre con kit e una con estratto, poi ho iniziato a dedicarmi alla produzione “all grain”, che però non partì fino al 2013. Con il socio dell’epoca, costruimmo un impianto a 3 tini completamente automatizzato da circa 60 litri, ma lo scambiatore di calore difettoso ci fece quasi odiare questo hobby.
Dal 2017 ho deciso di mettermi in proprio con un piccolo impianto autocostruito, producendo solo batch da 10/11 litri per evitare sprechi.
Sei stato finalista del concorso MOBI: cosa ha significato per te questo traguardo?
Significa molto! Arrivare in finale dà sicurezza a noi homebrewer insicuri. Cerco sempre di partecipare al campionato MOBI, anche se personalmente faccio fatica a valutare le mie birre.
Quale birra hai presentato al concorso e cosa la rende speciale?
Al concorso, oltre alla Altbier obbligatoria, ho presentato:
- Tmavè (Czech dark lager)
- Old ale
- Winter ale
- Sour alle prugne
La Tmavè è la birra che ho affinato nel tempo e di cui sono più orgoglioso, perché sono riuscito a trasformare in realtà ciò che avevo in mente. Anche la sour è speciale, perché mi sto avvicinando a questo mondo con curiosità. Le altre due birre erano più che altro riempitivi, perché per la finale mi ero concentrato sulle Saison… con scarsissimi risultati!
Hai ricevuto feedback dai giudici? Hai modificato le ricette dopo il concorso?
Sì, nel complesso ho ricevuto buone valutazioni, con due birre sopra i 40 punti, ma ancora non ho apportato modifiche alle ricette.
Quali sono i tuoi stili di birra preferiti da produrre e perché?
L’unico stile che mi viene in mente è la Tmavè. È l’unica birra che ho prodotto dopo averla bevuta in Repubblica Ceca e su cui mi sono veramente intestardito, ottenendo qualche soddisfazione.
Hai una birra di cui sei particolarmente orgoglioso?
Oltre alla Tmavè, sono molto orgoglioso della Imperial Stout, che ha vinto il 1° posto al Villaggio della Birra. Ho usato vari accorgimenti:
- Infusione a freddo dei malti scuri in fermentazione
- Estratto alcolico di caffè in mezcal, per un tocco affumicato
Il risultato è stato incredibile… ma purtroppo è finita troppo in fretta!
Ti piace sperimentare con ingredienti insoliti o preferisci rispettare gli stili tradizionali?
Le spezie in bollitura (a parte un po’ di coriandolo) non so usarle bene. Se voglio provare ingredienti particolari, utilizzo estrazione alcolica, perché posso valutarne l’impatto prima dell’imbottigliamento.
Quale attrezzatura utilizzi per la tua produzione?
Ho un impianto a due tini:
- Ammostamento con sacca BIAB
- Boil in una seconda pentola
- Fermentazione in Cornelius Keg
- Maturazione in fustini con CO₂ fino all’imbottigliamento
Hai apportato modifiche o autocostruito qualcosa per migliorare il tuo impianto?
Purtroppo il mio impianto è in declino. Una volta il PID regolava l’ammostamento, ora devo farlo a mano, altrimenti salta la luce in casa. Sto cercando di ripararlo, ma forse dovrò portarlo da un esperto.
Qual è il passaggio più critico nella produzione e come lo gestisci?
Oltre all’ammostamento, ho problemi con la carbonazione: alcune birre perdono vivacità in bottiglia, nonostante l’uso di CO₂. Il mio metodo di lavoro è sempre lo stesso, ma il risultato varia… è un problema che affligge molti homebrewer!
Hai in programma nuove birre o progetti legati all’homebrewing?
Ultimamente ho dovuto dare spazio a culle e fasciatoi, eliminando l’imbottigliatrice isobarica. Ma va bene così! Per ora sono fermo, ma da settembre voglio ripartire con birre belghe, Saison e Sour.
Se avessi la possibilità di aprire un birrificio, quale sarebbe la tua birra di punta?
Difficile scegliere, ma sicuramente alla spina vorrei:
- Czech Dark Lager
- Saison
- Bitter
- Stout
- IPA (ma solo una!)
Che consiglio daresti a chi vuole iniziare con l’homebrewing?
- Non risparmierete sulla birra, anzi spenderete di più.
- La qualità sarà inferiore a quella dei birrifici commerciali (soprattutto per gli amanti del Belgio).
- Dovrete studiare e applicarvi per ottenere risultati decenti.
- La giornata di cotta è faticosa.
- L’imbottigliamento è noioso.
- Il vostro partner probabilmente vi odierà (non nel mio caso!).
- Ci vuole molta pazienza prima di ottenere soddisfazioni.
Allora perché iniziare? Boh! Per me è stata una vocazione. Pensare a una ricetta e poi vederla nel bicchiere è emozionante. Vedo la produzione di birra come un’arte, al pari della pittura. Se dovessimo guardarla in modo razionale, non avrebbe senso fare birra in casa!