In un mondo in cui la birra artigianale sta guadagnando sempre più spazio e riconoscimento, vi è una figura che incarna la passione, la determinazione e l’innovazione nel settore: Marco Michielin, coo-fondatore del Birrificio 17. Attraverso un’intervista approfondita, esploreremo il suo straordinario viaggio, dalle umili origini come homebrewer alle sfide e alle gioie di gestire un birrificio di successo. Condividendo le sue esperienze, Marco ci guiderà attraverso il processo creativo, le collaborazioni con altri birrifici e produttori locali, e l’impegno per la sostenibilità e l’inclusione della comunità locale. Scopriremo anche le sue birre più innovative e uniche, oltre a esplorare il significato profondo del successo nel mondo della birra artigianale. Accompagnaci in questo viaggio affascinante nel cuore della cultura birraria artigianale, dove la passione si trasforma in birra e la birra unisce le persone.
Ciao Marco, inizierei il nostro viaggio chiedendoti come hai iniziato a interessarti alla produzione di birra artigianale?
Ciao! La mia avventura nella birrificazione ha avuto inizio circa vent’anni fa, all’età di 18 anni. Inizialmente, ho sperimentato con il classico kit di birrificazione casalinga, ma dopo aver fatto due birre diverse (sulla carta) ma dal risultato pressoché identico, ho lasciato perdere. Fortunatamente, alcuni mesi dopo, un amico, Roberto, mi ha introdotto al metodo all grain. Mi si è aperto un mondo così affascinante che, partendo come hobby, è diventato la mia professione. Ancora oggi continuo ad esplorare con entusiasmo questo universo artigianale.
Qual è stata la tua fonte principale di ispirazione per diventare un birraio artigianale?
Per imparare al meglio come fare la birra in casa, da homebrewer ho iniziato a frequentare dei birrifici artigianali della zona e soprattutto uno, il birrificio Morgana, per me è stato di grande aiuto e ispirazione! Tutt’ora quando riesco passo a trovarli per parlare e berci assieme qualche birretta!
Quali sono le sfide più grandi che hai affrontato nel tuo percorso come birraio artigianale?
Le sfide sono quotidiane quando si gestisce un’impresa. Alcune sono prevedibili e ci permettono di essere preparati, mentre altre sono impreviste. L’importante è affrontarle e imparare sempre qualcosa di nuovo. La sfida più significativa si è verificata durante il primo anniversario del Birrificio 17. Avevamo organizzato una grande festa con centinaia di persone confermate sull’evento Facebook. Il giorno del nostro primo compleanno cadeva il 9 marzo 2020; forse te lo ricordi meglio come il giorno in cui il primo ministro Conte annunciò il lockdown nazionale a causa della pandemia. Ricevere questa notizia dopo appena un anno di attività è stato un duro colpo, non solo per noi ma anche per molti colleghi nel settore.
Puoi descrivere il processo di creazione di una nuova ricetta di birra? Da dove trai ispirazione per le tue creazioni?
Il processo inizia sempre con una visione del risultato che desidero ottenere. L’ispirazione può venire da un’altra birra, un sapore particolare che ho gustato in viaggio o anche un ricordo d’infanzia. Sulla base di ciò, scelgo gli ingredienti che meglio si adattano a ricreare quella specifica esperienza sensoriale.
Quali sono gli ingredienti principali che utilizzi nella tua birra e perché li hai scelti?
Diciamo che gli ingredienti nella birra sono sempre acqua, malto, luppolo e lievito. Però ho un debole per il malto Monaco per il suo sapore ricco e rotondo, e i luppoli nobili tedeschi per il loro equilibrato aroma.
Come mantieni la qualità e la coerenza del gusto delle tue birre nel tempo?
Manteniamo un controllo rigoroso sul processo di produzione e conserviamo la birra in condizioni ottimali, in celle frigorifere, per garantire la freschezza e la coerenza del prodotto finito. Inoltre, ai clienti che visitano il nostro locale, il Birrificio 17 a Castello di Godego, offriamo un’esperienza particolare: spilliamo la birra direttamente dal tank di produzione. Noi diciamo “a metro zero”.
Quali sono le tue tecniche preferite per la fermentazione e la maturazione delle birre?
In realtà non ho una tecnica preferita, utilizziamo sia la alta che la bassa fermentazione, hanno entrambe i loro pregi e il loro fascino. Questo ci permette di esplorare una vasta gamma di stili e sapori.
Come gestisci la sostenibilità e l’impatto ambientale nella produzione della tua birra?
Puntiamo costantemente all’ottimizzazione dei processi produttivi, migliorando dove possibile efficienza e semplicità. Questo include il riutilizzo delle risorse e la riduzione degli sprechi.
Quali sono le tendenze attuali nel mondo della birra artigianale che ritieni più interessanti o rilevanti?
Una novità che riteniamo promettente e che abbiamo introdotto durante il nostro quinto anniversario sono i “beer cocktails”. Sono nati quasi per caso, perché affezionati all’autenticità della birra artigianale, eravamo scettici all’idea di mischiarla con altri ingredienti. Eppure, spinti dalla curiosità, abbiamo osato. Quasi per magia, contro ogni nostra previsione, le prime sperimentazioni hanno rivelato delle potenzialità. Dopo innumerevoli tentativi, siamo giunti a un’armonia di gusti che ha superato ogni aspettativa ed è super apprezzata dalla gran parte dei nostri clienti.
I 5 beer cocktails sono i seguenti:
POST ISLAND: rivisitazione del Long Island, leggero e beverino
SFINGE MULE: che riprende il Moscow mule e lo esalta con note fresche e leggermente piccanti di zenzero e pepe bianco
MUSA TONIC: Gin tonic con la nostra IPA per esaltare gli aromi tropicali e agrumati
CAPRICANO: l’Americano ignorante perché fatto con la nostra bock… la Capra!
C-52: un B-52 particolare fatto con la nostra stout, la Corva.. sembra un’Imperial stout all’arancia!
Hai mai collaborato con altri birrifici artigianali o produttori locali per creare birre speciali?
Certo, abbiamo collaborato con altri birrifici e lavoriamo strettamente anche con dei produttori locali per due delle nostre birre più rappresentative del territorio: la OPS, una Fresh Hop Ale (fatta con luppolo freschissimo), e la Serenissima, una Venetian Lager con Radicchio di Treviso IGP, che celebra i sapori della nostra regione con ingredienti 100% veneti.
Quali sono i tuoi obiettivi a lungo termine come birraio artigianale?
Desideriamo che il nostro brew pub continui ad essere un luogo di riferimento per gli appassionati della zona. L’obiettivo è far diventare il marchio Birrificio 17 riconosciuto a livello nazionale. Ci stiamo provando anche grazie al recente lancio del nostro e-commerce, in modo che chiunque in Italia possa assaggiare le nostre birre artigianali e i nostri beer cocktails.
Come coinvolgi la comunità locale nella tua attività di birrificio?
Organizziamo periodicamente tour del birrificio, eventi speciali e degustazioni. A proposito, invitiamo tutti a restare aggiornati tramite i canali social di Birrificio 17 e a farci visita per vivere l’esperienza direttamente.
Quali consigli daresti a qualcuno che vuole intraprendere la strada della produzione di birra artigianale?
Per chi desidera produrre birra a casa, il mio consiglio è di documentarsi almeno sui fondamenti per evitare gli errori più comuni, e poi di lanciarsi nell’all grain. Anche se si dispone di attrezzature limitate, è essenziale avere il pieno controllo del processo produttivo. Per coloro che invece aspirano a trasformare questa passione in una professione, suggerirei di iniziare lavorando in un birrificio già avviato. Aprire un proprio birrificio significa diventare più un imprenditore che un birraio. Quando abbiamo aperto Birrificio 17, ovviamente ero mosso dalla passione per la birra, ma presto ho scoperto che gestire un’attività richiede di occuparsi anche di gestione del personale, ordini, clienti, fornitori, banche e molto altro… oltre alla produzione della birra stessa.
Qual è stata la birra più insolita o unica che hai creato finora e quali sono stati i feedback?
Oltre ai nostri beer cocktails innovativi, abbiamo sviluppato anche la linea “RANDOM”, una collezione di birre one-shot che ci permette di esplorare ricette più uniche e sperimentali. Questa serie include creazioni come la Random#1, una bitter con luppolo tedesco; la Random#2, una California Common; la Random#3, una Berliner Weisse alla ciliegia; la Random#4, una Black IPA; e più recentemente la Random#5, una IPL. Stiamo già pensando alla Random#6, ma è ancora un segreto! Inoltre, abbiamo creato birre celebrative speciali, come la “Vale” e la “Santi”, lanciate per festeggiare i primi compleanni dei miei figli.
Come valuti il successo del tuo birrificio artigianale e cosa significa per te essere un birraio di successo?
Valutare il successo, per quanto mi riguarda, va ben oltre i semplici numeri; è vedere la passione e l’entusiasmo riflettersi negli occhi dei clienti, ricevere i loro complimenti più onesti e sentire che una delle nostre creazioni è diventata la loro birra preferita. Per me, un birraio di successo è colui che non smette mai di imparare, che avanza con perseveranza e supera le difficoltà che incontra lungo il cammino. Crescere attraverso gli errori, anzi, soprattutto sbagliando, è fondamentale nel nostro mestiere!
Concludiamo questa intervista con profonda gratitudine verso Marco del Birrificio 17, per averci aperto le porte del suo mondo birrario e condiviso la sua passione e la sua esperienza con noi. Ringraziamo anche coloro che ci hanno seguito in questo viaggio attraverso le parole di Marco, sperando che la sua storia abbia ispirato e illuminato il cammino di chiunque aspiri a intraprendere la strada della birra artigianale. Infine, un ringraziamento speciale va a tutti coloro che, con il loro sostegno e il loro amore per la birra artigianale, rendono possibile la continua crescita e l’evoluzione di questo affascinante settore.
Se volete conoscere e toccare con mano vi ricordo che il birrificio 17 si trova a Casello di Godego (TV) in via Chioggia 79/E – T.378 085 3530 – sito web: www.birrificio17.it