La nostra intervista all’associazione Fermento Sardo

Graziano e Giuseppe

Intervista a Giuseppe Chighini (presidente) e a Graziano Melis (vice presidente) dell’ associazione brassicola Fermento Sardo.

Il 23 febbraio 2013,siamo stati a Nuoro, all’evento ”A Nuoro c’è Fermento”, organizzato dalla ”Confesercenti Nuoro Ogliastra ”in collaborazione con l’associazione brassicola ”Fermento Sardo” . Vista la partecipazione di tante attività, abbiamo approfittato per fare alcune interviste.  

Quando nasce l’associazione Fermento Sardo?

(Presidente) Fermento Sardo nasce per mano di sette persone tutte provenienti da altre esperienze associative nei primi giorni di Febbraio del 2010.

Perché nasce l’associazione?

(Pr.) Nasce da persone che ritenevano che il lassismo in un’isola cosi grande potesse lasciare molto più spazio alle birre industriali. Essendo ,la Sardegna, un’isola con tanti limiti e allo stesso tempo con tanti vantaggi, un nuovo progetto poteva dare nuova linfa al movimento birrario. Ad oggi pensiamo di essere riusciti nel nostro intento già in tre anni.

(Vice presidente) Questo dimostra che c’è voglia di provare e di capire le birre artigianali in un territorio come questo, dove il consumo di birra è abbastanza alto, quindi per noi, organizzare una serata come questa (A Nuoro c’è fermento) con le nostre idee, con la gente che ci segue, è un vanto e un risultato. Questa quindi è la nostra idea di associazione, che era ben chiara fin dalla nascita. Volevamo qualcosa che andasse oltre alle classiche cene di degustazione e alle cose un po’ più banali, a noi piace coinvolgere il più alto numero di persone possibili. Alla fine sono queste le soddisfazioni.

Avete rapporti con birrifici, pub o altre associazioni?

(Pr.) Ultimamente abbiamo riscontrato un crescente interesse da parte di publican, ristoratori che chiedono a noi, come persone del settore, di aiutarli nel creare la carta delle birre, format per i loro locali, contattare i birrifici per organizzare serate, trovare relatori e degustatori e cose di questo tipo, quindi piano piano stiamo diventando in alcune zone un punto di riferimento per molti gestori.

Quali sono stati gli aspetti più gratificanti, o quali vorreste che fossero?

(Pr.) Secondo me l’aspetto più gratificante è quando tu crei un evento partendo da zero. Facciamo l’esempio di Olbia, dove abbiamo creato un evento senza avere nessun contributo da nessun ente pubblico. Abbiamo addirittura dovuto pagare al comune l’affitto degli spazi contando solo sui soldi di cassa e su sponsor privati e siamo riusciti a coinvolgere più di ventimila persone. Questo è un successo diretto e indiretto: diretto perché siamo riusciti nell’intento e indiretto perché grazie a quel progetto ci siamo trovati quest’anno ad avere tantissime richieste e dover dire di no a tantissimi comuni, e a dover noi scegliere con quali comuni e con quali associazioni o enti poter collaborare.

Per il futuro, previsioni, idee, progetti?

(Pr.) Per il futuro, abbiamo imminente il corso di degustazione a Sassari passato da tre a sei giorni per implementare il mondo della birra, non limitando alla sola degustazione ma al pianeta birra inteso come studi chimico biologici, produzione “tenuta da birrai”, abbinamenti a piatti, quindi nell’imminente questo è il nostro programma. In progetto ci saranno sicuramente altri corsi, serate e tanti eventi per l’estate.

(V.Pr) Abbiamo colto l’occasione di questa serata a Nuoro quale fondamento per gettare le basi per i prossimi eventi estivi, abbiamo tanta carne al fuoco e speriamo che vada tutto in porto in modo soddisfacente.

Considerazioni sul movimento birrario Sardo e Italiano?

(Pr:) Secondo noi il panorama birrario Sardo, rispecchia grosso modo le linee del panorama Italiano. Molti birrifici che aprono, pochi birrifici competenti, molta gente che ha voglia di imparare, molta gente che non ha voglia di imparare, credo che non sia tutto un bene, perché alla lunga secondo me ci sarà un implosione del sistema birrario, nel senso che presto o tardi comunque bisognerà in qualche modo riuscire a diversificare i prodotti buoni dai prodotti di bassa qualità, quindi se oggi qualcuno mi chiede com’è il panorama in tutta onestà rispondo che lo vedo in generale incerto.

(V.Pr.) Grosso modo penso che anche in Italia sia la stessa cosa. Io la vedo da questo punto di vista “più siamo e meglio è” nel senso più c’è birra artigianale e meglio è, visto che adesso aprire un birrificio è diventata quasi una moda, una cosa del momento, un conto è aprire un birrificio e non saper fare la birra, un conto è fare della birra buona ed è il mercato che ti premia, come diceva Luca Pretti (relatore del seminario nell’evento a Nuoro) durante il seminario, in Italia ci sono circa 700 birrifici (550 operativi circa), un numero altissimo se paragonato a quello dei birrifici belgi che sono circa 200. Questo la dice lunga su come si intende la birra li e su come viene intesa qui da noi e potrebbe essere un bene o un male, chi lo sa! Può essere anche la chiave di volta per scardinare il mercato della birra industriale.

A proposito di questo, il fenomeno della birra artigianale cresce nonostante la crisi. Pensate possa dare dei problemi alla birra industriale?

(Pr.) Da noi li sta già creando, sono calati moltissimo gli eventi di massa dedicati alla birra industriale, se non legati a maxi concerti e sono in aumento i piccoli festival come questo di Nuoro con numeri importantissimi. Il discorso dei consumi e difficile da paragonare per il semplice motivo che è legato al prezzo. Il prezzo di una birra artigianale per ora non riuscirà mai a essere competitivo se paragonato a quello di una industriale.

In chiusura vi chiedo una vostra opinione sui Sardi che si dice che siano i più grandi bevitori di birra d’Italia.

(Pr.) I Sardi sono i più grandi bevitori di Ichnusa in Italia secondo me, è vero che i consumi sono altissimi, sono veramente spropositati, ci sono provincie che passano abbondantemente la media regionale…la doppiano… il discorso è che al quel punto il prodotto è di bassa qualità. Ad essere sincero ti dico che questa è una domanda difficile da rispondere, provo a spiegarmi più semplicemente: i birrifici Sardi stanno riuscendo anno dopo anno a raddoppiare le loro produzioni e passare da un certo numero di litri invenduti a un certo numero di litri richiesti in più che non riescono a soddisfare. A me piace vederla più in quest’ottica che nell’ ottica dei grandi consumi.

Ringraziamo per la disponibilità, la cortesia e la competenza Giuseppe e Graziano e vi rimandiamo al prossimo numero con un’altra intervista dalla Sardegna.

Associazione brassicola Fermento Sardo

Web: www.fermentosardo.it/

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