
Ciao Adriano, raccontarci di te? Come ti sei avvicinato al mondo dell’homebrewing?
Ciao, sono Adriano Bresciani, homebrewer di Curno (Bergamo), classe ‘82. Il mio motto è: ‘La Semplicità ai Massimi Livelli’. Grazie per avermi invitato a questa intervista! Per me la birra va ben oltre un semplice prodotto: è una sfida e un’arte, un percorso autentico di creatività, apprendimento e crescita – cotta dopo cotta, concorso dopo concorso.
Da quanto tempo produci birra in casa e cosa ti ha spinto a iniziare?

13 anni fa ho intrapreso l’avventura dell’homebrewing, abbandonando presto i kit in favore della tecnica all-grain per svelare i segreti della birra che mi ha sempre affascinato. Seguendo le linee guida del BJCP, ho creato birre in stile e sperimentato nuove ricette, perfezionandole di volta in volta. Gustare ogni giorno una birra fatta con le mie mani è impagabile!
Quali sono state le prime difficoltà che hai incontrato e come le hai superate?
Ossidazione, infezioni, schiuma ovunque… fermentazioni impazzite e bottiglie esplose! Con pazienza ho imparato dagli errori, migliorato l’attrezzatura e affinato la tecnica grazie allo studio, ai corsi di homebrewing e degustazione, e al confronto con altri homebrewer. Sono socio MoBI (Movimento Birrario Italiano) e di Brasseria Veneta, oltre a essere membro dei Bergamo Brewers, un gruppo di amici appassionati del settore.
Sei stato finalista del concorso MOBI: cosa ha significato per te questo traguardo?
La conferma di appartenere a una comunità di appassionati con cui condividere esperienze, birra dopo birra.
Quale birra hai presentato al concorso e cosa la rende speciale?
Oltre all’Altbier obbligatoria, ho presentato un Barley Wine, reso speciale dalla tecnica del mash reiterato: dopo un primo ammostamento, ne ho eseguito un secondo utilizzando il mosto al posto dell’acqua… Il risultato è stato sorprendente!
Hai ricevuto feedback dai giudici? Se sì, hai apportato modifiche alla ricetta dopo il concorso?
Sì, ho ricevuto feedback molto utili dai giudici. Nonostante le birre siano state apprezzate, mi hanno suggerito alcuni miglioramenti. Dopo il concorso, ho apportato qualche modifica alle ricette.
Quali sono i tuoi stili di birra preferiti da produrre e perché?
Adoro la Belgian Saison per la complessità aromatica data dal lievito, che evolve nel tempo, e le Specialty IPA, da gustare freschissime per l’intensità aromatica dei luppoli americani.
Hai una birra di cui sei particolarmente orgoglioso? Se sì, raccontacela!
Sì, la birra che produco più frequentemente è la Belgian Saison, la prima che ho presentato a una tappa MOBI nel 2014, al ‘Villaggio della Birra’ di Buonconvento (SI). L’ottimo piazzamento e i feedback dei giudici hanno rafforzato la mia fiducia nelle mie capacità.
Ti piace sperimentare con ingredienti insoliti o preferisci rispettare gli stili tradizionali?
Mi piace sperimentare, ma sempre rispettando la base di ogni stile. Se riesco a rendere una birra unica senza stravolgerne l’essenza, allora ho vinto la partita.

Quale attrezzatura utilizzi per la tua produzione?
Dal 2012 sono strettamente legato al mio mitico Speidel Braumeister 20L: un impianto davvero comodo e pratico!
Hai apportato qualche modifica o autocostruito qualcosa per migliorare il tuo impianto?
Dopo vari tentativi di modifica al Braumeister, sono tornato all’assetto originale, aggiungendo solo il disco per migliorarne la resa. Fino al 2018 brassavo sotto il porticato dei miei genitori, poi ho realizzato il sogno di un laboratorio in una casetta di legno costruita appositamente nel mio giardino.
Qual è il passaggio più critico nel tuo processo di produzione e come lo gestisci?
Uno dei più grandi nemici della birra è l’ossigeno, capace di comprometterla. Per evitarne gli effetti, al termine del cold crash imbottiglio direttamente dal rubinetto del fermentatore, aggiungendo, oltre al destrosio, anche il lievito in bottiglia.
Hai in programma nuove birre o progetti legati all’homebrewing?
Il mio obiettivo è migliorare le birre che produco, alternando stili a bassa e alta gradazione. Inoltre, voglio sviluppare nuove birre con ingredienti locali (es. mosto d’uva, frutta) per unire tradizione e sapori del territorio bergamasco.
Se avessi la possibilità di aprire un birrificio, quale sarebbe la tua birra di punta?
Una Blonde Ale: accessibile a tutti, essenziale e diretta, ma con un carattere sorprendente.
Che consiglio daresti a chi vuole iniziare con l’homebrewing?
Divertiti! Lascia che l’arte del fare ti trasformi in un homebrewer straordinario!