Homebrewing in Italia: la passione della Brasseria Veneta tra cultura, condivisione e birra fatta in casa

Storia, attività e visione di un’associazione pioniera del fare birra in casa

Qual è l’obiettivo principale della vostra associazione di homebrewers e da quanti appassionati è composta?

La nostra associazione è nata il 21 agosto del 2009, credo sia una delle prime storiche associazioni nazionali di homebrewer il cui scopo è quello di diffondere la cultura della birra artigianale, di far conoscere il mondo homebrewing e di condividere il più possibile questa passione sia con chi fa birra che con chi invece vuole solo provare il piacere di assaggiare una buona birra.
Il numero dei soci è variabile, mediamente siamo tra 80 e 100 unità.

Come vi organizzate per scambiarvi consigli e migliorare le tecniche di produzione?

Abbiamo una chat dedicata e riservata ai soci, dove ognuno può intervenire condividere e scambiare le proprie ricette.
Durante il mese con una cadenza variabile abbiamo la possibilità di incontrarci e condividere le birre prodotte, dove i più esperti provano a dare consigli e suggerimenti per migliorare il prodotto finale e per risolvere alcuni problemi evidenti.
Organizziamo incontri tematici su argomenti ben definiti che possiamo chiamare lezioni magistrali per aiutare i meno esperti a comprendere meglio aspetti tecniche e modalità di produzione.

Avete dei canali di comunicazione o piattaforme dove i membri possono confrontarsi e condividere esperienze?

Esiste anche un canale YouTube che abbiamo deciso di condividere con tutti, soci e non soci, e da non molto anche un podcast che tratta tutta la materia in modo semplice ma tecnico per stimolare gli appassionati.

Quali sono gli errori più comuni che un homebrewer alle prime armi dovrebbe evitare?

Non farsi prendere la mano per l’eccitazione di poter produrre birra, investendo subito molto in attrezzature costose pensando che questo faciliti il compito.
Meglio seguire un homebrewer esperto, vedere qualche cotta e farsi consigliare per evitare delusioni.

Quali attrezzature consigliate a chi vuole iniziare con l’homebrewing?

Un kit base con Fermentatore, anche solo un secchio per alimenti da 23-25 litri, coperchio, gorgogliatore, rubinetto, sanificante, densimetro o rifrattometro, tappatrice a corona, tappi, spazzola per bottiglie, tubi per travasi, pentola da 15-20 litri con rubinetto e filtro (bazooka inizialmente).

Ci sono tecniche particolari o innovative che avete sperimentato con successo?

Soci bravi e curiosi sperimentano tecniche e ricette anche storiche, calibrandole e condividendole. Ognuno poi può personalizzarle con fantasia e un po’ di follia.

Quali sono le materie prime più difficili da reperire per un homebrewer in Italia?

Alcuni lieviti particolari o attrezzature specifiche, specie per dry hopping e infustamento, richiedono spesso l’acquisto da siti esteri.
I cornelius keg, anche ricondizionati, sono ancora troppo costosi.
Fortunatamente esistono oggi soluzioni alternative più economiche.

Quali stili di birra riscuotono più successo tra gli homebrewers italiani?

Saison, APA e IPA sono sempre tra i più amati, ma ogni homebrewer ha le sue passioni, spesso legate a esperienze personali di degustazione.

Avete sperimentato con ingredienti particolari o locali nelle vostre ricette?

Sì: frutta, ostriche, fiori, spezie non usuali o legate al terroir.
I risultati iniziali non sempre esaltanti, ma il confronto porta a buoni risultati.

Qual è la vostra opinione sulle birre analcoliche o a basso contenuto alcolico fatte in casa?

Difficili da produrre e da conservare bene, perciò non molto trattate tra i soci.
Meglio una buona session beer, sempre da bere con attenzione e moderazione.
La birra analcolica? Non una birra, ma la assaggio per farmi un’idea.

Jacopo La Perna e il presidente Antonio Di Gilio

Organizzate eventi, concorsi o degustazioni tra i membri?

La nostra EXPO nata nel 2010 si è svolta fino al 2024 (Covid a parte), ma per ora è in pausa.
Il concorso WIDE OPEN è tra i principali concorsi nazionali per homebrewer, ma nel 2025 potrebbe esserci un anno sabbatico.
Ogni mese ci sono incontri per degustazioni e approfondimenti.

Collaborate con birrifici artigianali per scambi di conoscenze o cotte condivise?

Ci abbiamo provato, ma il territorio ha risposto poco.
La Marca Trevigiana corre sull’onda del mosto d’uva!

Avete contatti con altre associazioni di homebrewers, magari internazionali?

Sì, sia in Italia che in Europa, con cui condividiamo volentieri la nostra esperienza.

Quali sono le principali difficoltà che un homebrewer italiano deve affrontare oggi?

Tempo, disponibilità economica, spazi domestici, e soprattutto una crisi “spirituale” di vocazione per l’homebrewing.
C’è una certa disaffezione, e non si comprende bene il perché.

Pensate che in futuro ci sarà un maggiore riconoscimento dell’homebrewing in Italia, magari con regolamenti più favorevoli?

Si spera da anni, ma manca un processo culturale che generi innamoramento per questo mondo.
Il risultato economico sembra essere l’unico interesse diffuso.

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Informazioni su Matteo Cazzola 33 Articoli
Appassionato maniacale dell'arte del homebrewing, dal 2023 ha deciso di mettersi in gioco, condividendo le proprie ricette e considerazioni, gestendo la rubrica Brassando si impara. Co-fondatore e amministratore del gruppo Homebrewers Vicentini