La Mild vicentina è la migliore: Intervista a Lorenzo e al team vincitore del concorso

Dalla cotta per quattro alla Mild vincitrice: Segreti, lieviti "banali" e il profilo dell'acqua che hanno portato al successo.

Lorenzo e Davide

Benvenuto Lorenzo nel gruppo! Complimenti per la vittoria. Visto che sei arrivato da poco, potresti raccontarci brevemente chi sei e quando è nata la tua passione per l’homebrewing e cosa ti ha spinto a unirti proprio al nostro gruppo vicentino?”

Salve a tutti!

Mi chiamo Lorenzo Ruzza e sono molto contento di essere entrato in questo bel gruppo.

Chiarisco subito che non sono solo, siamo ben in quattro a condividere la fatica della giornata di cotta! Sono solo il portavoce del gruppo, gli altri si chiamano: Davide, Nicola e Francesco.

Le competenze all’interno del nostro gruppo sono varie e spaziano dall’ingegneria alla fisioterapia. A far la birra con noi c’è anche Nala, un simpatico cane iperattivo.

Come penso molti di voi, ci siamo approcciati a questo mondo pochi anni fa partendo dai kit con i malti preparati. Le prime birre erano imbevibili: la sagra della mela verde e dell’ossidazione. Piano piano la nostra tecnica si è affinata e ognuno di noi ha portato il proprio contributo. Nel momento in cui le nostre birre ci sono sembrate buone, abbiamo colto l’occasione del raduno per ricevere un feedback da dei giudici e per confrontarci con homebrewers con più esperienza.

La tua Mild è stata un successo immediato. C’è una birra Mild commerciale o artigianale specifica che ha ispirato la tua ricetta, o l’hai sviluppata completamente da zero cercando un profilo di gusto particolare?

Come tutti quelli che approcciano uno stile nuovo per la prima volta, ci siamo affidati ad un ricettario consolidato che ci ha già dato belle soddisfazioni. Abbiamo modificato solo dei piccoli particolari per avvicinarci di più a come pensavamo dovesse essere una maild. Purtroppo non avevamo molti riferimenti, se non l’Iron Betty del birrificio “Busa dei Briganti” che però è distante da quella da noi brassata.

Quali sono stati gli accorgimenti tecnici principali che hai adottato per la tua Mild, specialmente riguardo la gestione della temperatura di fermentazione o del mash? Hai utilizzato lieviti particolari per accentuare il carattere maltato e la bevibilità?

Mi sento di affermare che non abbiamo utilizzato nessuna tecnica particolare se non le buone pratiche del birraio. Né gli ingredienti né gli step di mash e sparge nascondono segreti. Il lievito è un “banale” Fermentis S04 secco. Il profilo dell’acqua non esalta nessun aspetto organolettico e la fermentazione è stata mantenuta costante a poco meno di 20°C.

Spesso i dettagli fanno la differenza: potresti rivelarci il tuo segreto per l’acqua? Hai utilizzato un profilo minerale specifico (magari più morbido) per bilanciare l’amaro e dare risalto ai malti scuri/caramellati tipici di una Mild?

Nulla di particolare, ti scrivo il profilo dell’acqua: Ca 50 ppm, niente Mg e Na, solfati 55 ppm e cloruri 70. Magari, la prossima volta, proveremo a sbilanciare il rapporto solfati cloruri ancora più verso i cloruri, per intensificare il corpo e la parte maltata. Ma non troppo perché bisogna mantenere la sua scorrevolezza tipica dello stile.

Il concorso è un ottimo banco di prova. Qual è stato il feedback dei giudici o degli altri homebrewers che ti è risultato più utile o sorprendente, e come pensi di usarlo per migliorare le tue prossime cotte?

Purtroppo non ho feedback dagli altri homebrewers perché, ahimè, avevo bottiglie contate solo per i giudici. Prometto che al prossimo incontro con gli homebrewers vicentini ve le farò assaggiare. I feedback dei giudici sono stati molto importanti e ci hanno dato qualche idea per migliorare la ricetta. Molto utili anche per la nostra saison che si è classificata al quarto posto.

Molto interessante è stata anche la cotta pubblica dove per la prima volta ho potuto vedere altri homebrewers in azione con il proprio stile e fare domande. Grazie!

La Mild è uno stile che richiede equilibrio e finezza. Secondo te, qual è l’errore più comune che si fa quando si prova a brassare una Mild, e come l’hai evitato tu in questa cotta vincitrice?

A nostro avviso è molto importante mantenere il più possibile il suo lato scorrevole e beverino. Quindi meglio mantenere una densità bassa, un profilo dell’acqua snello e giocare bene con i malti scuri.

Quali attrezzature utilizzi per le tue cotte (BIAB, All-Grain a 3 tini, ecc.) e come vedi l’evoluzione del tuo impianto in futuro? Hai intenzione di automatizzare o preferisci restare fedele a un approccio più manuale?

Utilizziamo un impianto all in one modesto, All-Grain. Non sentiamo ancora il bisogno di un impianto a tre tini. Per il momento stiamo cercando di sfruttare al massimo quello che abbiamo. La grande sfida è trovare un modo per gestire ed utilizzare tutti i malti avanzati che si sono accumulati nel magazzino! Si dà il via alle birre scure!

Oltre alle birre inglesi più classiche come la Mild, ci sono altri stili che ti appassionano particolarmente e che vorresti provare a portare in concorso in futuro? Magari qualcosa di completamente diverso come una birra acida o una Lager?

In questo concorso abbiamo presentato anche una saison e ad ogni cotta proviamo un nuovo stile. Ora abbiamo anche un fermentatore più piccolo per gli esperimenti e per provare a fare un po’ di sidro di mele. Questo inverno vorremmo provare a fare delle lager, che ad oggi non abbiamo ancora sperimentato in quanto ci sembravano più complesse delle alte fermentazioni. Ci piacerebbe fare del dry hopping di successo ma abbiamo già avuto brutte esperienze con l’ossidazione. Personalmente adoro le birre affumicate che sanno di salmone e speck. Purtroppo non riesco a convincere i miei colleghi a provare a farne una.

Fare birra in casa è anche un’arte di risoluzione problemi. C’è stata una volta in cui una cotta non è andata come previsto e come hai reagito o improvvisato per salvarla?

La giornata di cotta è notoriamente impegnativa. Essendo in quattro riusciamo a spartirci bene i compiti e a tenere alta l’attenzione per tutto il tempo. Da quando facciamo all grain fortunatamente non abbiamo mai dovuto buttare via una cotta. Ogni tanto ci è capitato qualche imprevisto ma nulla che non si potesse risolvere con qualche corsa al Brico o al supermercato.

Ora che hai vinto, qual è il prossimo obiettivo che ti sei prefissato come homebrewer, sia all’interno del gruppo che a livello personale? C’è un’altra birra specifica con cui sogni di ripetere il successo?

Innanzi tutto vogliamo mettere a punto le ricette di mild e saison. Vogliamo provare altri stili, in particolare le lager (prevediamo già errori clamorosi nelle prime cotte). Cercheremo inoltre di essere più attivi nel gruppo homebrewers vicentini e di scambiarci sempre più assaggi! Ripetere il successo è difficile, continueremo per la nostra strada. Il nostro scopo è divertirsi ed imparare. Se quest’anno ci rendessimo conto di aver brassato qualcosa di buono, ecco che non mancheremo all’appuntamento del 2026.

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Informazioni su Matteo Cazzola 38 Articoli
Appassionato maniacale dell'arte del homebrewing, dal 2023 ha deciso di mettersi in gioco, condividendo le proprie ricette e considerazioni, gestendo la rubrica Brassando si impara. Co-fondatore e amministratore del gruppo Homebrewers Vicentini