
Uscendo un pò dai luoghi comuni si può osare anche un abbinamento per nulla scontato. Osservando però alcune semplici regole…
L’Italia, si sa, è terra di grandi tradizioni enogastronomiche. E sono molto spesso proprio le tradizioni ad aiutarci quando dobbiamo abbinare un vino a un cibo. Non c’è piatto della cucina regionale che non abbia il suo degno compagno in tavola
Accade cosi che anche per il baccalà alla Vicentina si vada a pescare sui vini della provincia berica, selezionando quelli che meglio accompagnano l’opulento piatto.
In questo bel gioco di coppia purtroppo la tradizione non ci viene in aiuto se, invece del vino, ci accingiamo ad abbinare una birra al piatto che mangiamo.
L’Italia infatti non è terra di tradizione birraria “anche si ci stiamo impegnando”, non siamo ancora ai livelli di nazioni come il Belgio, l’Inghilterra e Germania per lo meno.
Bastano però poche e semplici regole
Sembra quindi opportuno richiamare qualche semplice regola per aiutarci a orientarci. Le birre normalmente vanno abbinate per contrapposizione, anche se non è una regola scritta: quindi a ogni stimolo un senso, dobbiamo contrapporre uno stimolo in direzione esattamente contraria. E affinché il matrimonio sia armonico i due stimoli dovrebbero essere di pari intensità.
Andiamo quindi a recuperare il gioco degli abbinamenti con il baccalà d’Italia proposti un un articolo sul vino letto tempo fa, e proviamo a metterci vicino una birra, cercando di dare alcuni consigli pratici su tipologie facilmente reperibili in commercio.
Partiamo da casa nostra e dal piatto principe della cucina berica: il baccalà alla vicentina. Il piatto, in questo caso è sapido, grasso, gustoso ma delicato. Per contrastare la sensazione liquida lasciata in bocca dall’unto ci dobbiamo affidare a birre che creino secchezza e che ” asciughino” la sensazione oleosa. In questo possiamo andare su birre alcoliche o molto alcoliche come bock, triple, barley wine e altre ancora. Un matrimonio tutto italiano che darà grandi soddisfazioni è con la Elixir di Baladin, un ambrata demi-sec, consigliata in questo abbinamento dallo stesso Teo Musso in persona. Oppure si potrebbe anche pensare a una strong ale, alcolica ben carbonata a garanzia di pulizia del palato.
Cambiando regione e provincia ci troviamo spesso di fronte a preparazioni di baccalà e stoccafisso che vedono nel pomodoro un ingrediente fondamentale, come nel caso delle preparazioni marchigiane o liguri.
In questo caso ci troviamo a combattere con l’acido della passata, e quindi dobbiamo contrapporre una birra morbida, con un residuo zuccherino anche importante, che attenui la sensazione acida.
Perfette sono alcune doppelbock, ma si potrebbe pensare anche a una weizenbock. Questo vale ancora di più con le preparazioni a base di stoccafisso calabresi e napoletane, arricchite dalla presenza spesso ingombrante del peperoncino piccante.
Anche qui dovremo andare alla ricerca di morbidezza, dolcezza, “maltosità”. Una bierè de Garde, potrebbe essere una degna compagna, ma anche alcune sweet stout, stando attenti però a non esagerare con il tostato dei malti.
Da provare, un abbinamento alternativo, con le fortemente luppolate India Pale Ale di stampo inglese, ricordatevi però sempre una cosa: sovrano deve essere sempre il gusto personale di ognuno. Lasciatevi guidare quindi dall’istinto e realizzate l’abbinamento che più vi rende piacevole l’esperienza gustativa. L’abbinamento perfetto è sempre e solo dentro di voi, e nasce dal connubio fra i vostri gusti personali e la magia del momento.
E ora buon appetito a tutti, e se volete farci partecipi dei vostri abbinamenti fatecelo sapere!