Acqua, malto, luppolo, e lievito cosa vi suggeriscono?, e se ci aggiungessimo anche la passione; otterremo la giusta ricetta che ha dato vita al progetto del birrificio 5+.
Ci troviamo in trentino e precisamente a Mattarello, frazione della ben più conosciuta Trento, dove da circa quattro anni ha trovato sede il birrificio 5+, “Il più indica una filosofia che racchiude tutto il birrificio e le persone che ci lavorano, testimoniata ad esempio dalla scelta di ingredienti che provengono dal circuito del mercato equosolidale”.
La mia visita inizia chiaramente dalla parte produttiva, dove a raccontarmi il tutto trovo il giovane birraio Federico Pedrolli, che fiero mi accoglie nel suo “ufficio” raccontandomi il tutto.
La sala cottura è composta da un impianto BBC da 10hl semiautomatico, controllabile interamente dal touchscreen, tale automazione favorisce un controllo totale del processo produttivo che può essere anche impostato in doppia cotta, e consente inoltre di evitare eventuali contaminazioni accidentali durante lo svolgimento della cotta. La cantina conta un paio di fermentatori isobarici da 30hl e uno più piccolo per le cotte singole, mi racconta Federico che presto la cantina crescerà ulteriormente. Il tutto viene completato dalle attrezzature per l’imbottigliamento/infustamento, cella calda per le rifermentazioni e quella fredda per maturazione e stoccaggio
Ma il birrificio 5+ non è solo sala cottura al comando troviamo Lucia Delvecchio e Massimo Plotegher, compagni nella vita e colleghi di lavoro. Dopo 10 anni di cotte casalinghe e di corsi di formazione al Cerb di Perugia il grande salto: entrambi lasciano l’ormai introvabile posto fisso e si lanciano nell’avventura 5+, a completare lo staff si aggiunge Laura Bevere, che anche se fisicamente non è molto presente in quel di Mattarello, gestisce la parte commerciale/marketing/social, amministrativa e vendite.
Visitando la parte produttiva, sono rimasto colpito dalla maniacalità per quello che riguarda pulizia e stoccaggio delle attrezzature e del prodotto finito, entrato in cella “fredda” Lucia con orgoglio mi racconta della sua passione per le spezie e in particolare del Bergamotto, che invade la cella con delicati ma potenti profumi agrumati.
In ingresso ad accogliere l’avventore si trova un piccolo angolo adibito agli assaggi, Lucia ripercorre per un attimo con la mente tutte le fatiche e le difficoltà che ha incontrato nel suo cammino per arrivare dove è adesso e con molto orgoglio e passione mi racconta che le birre prodotte sono come figlie: la Saison e, in particolare, la Blanche che è una birra che lei ama molto.
Ricordo quando eravamo a casa e facevamo le prove: “Mmmhh, no, ci manca qualcosa” dicevo sempre e alla fine, prova dopo prova, siamo riusciti ad avere la Blanche che volevamo. In seguito Massimo ha avuto delle difficoltà e purtroppo non ha potuto premere il bottone di accensione dell’impianto, ma aprire il birrificio è sempre stato il nostro sogno e siamo andati avanti anche per lui. L’arrivo di Federico è stato fondamentale. Ha capito veramente come doveva essere la giusta Blanche. Ha saputo interpretarla a pieno e dopo l’ultima produzione gli ho detto “Bravo Federico, questa è la nostra Blanche!”
L’ospitalità di Lucia e Federico e indiscutibile in bella mostra sul tavolo oltre alle birre, mi vengono proposti taglieri con prodotti tipici locali di alta qualità, che molto volentieri assaggio, “carne salata, mortadella trentina, formaggi e affettati locali e molto altro ancora.
Parliamo ora delle birre degustate;
Partiamo dalla German Ale, birra che si ispira al classico stile di Colonia, birra fresca, pulita e equilibrata dal bouquet delicato che richiama note floreali ed erbacee, la beva snella pulita porta ad un finale mediamente secco a tendenza dolciastra.
La Blanche non ha bisogno di presentazioni, l’impatto olfattivo è intenso ma delicato dove l’utilizzo del bergamotto regala note agrumate e sentori che mi ricordano il lime, completate dello speziato del coriandolo, in bocca entra fresca con leggera acidità, chiusura morbida secca a tendenza agrumata.
Bock, la prima bassa fermentazione della casa, birra molto pulita e bilanciata, al naso note di cereale e un leggero richiamo al fruttato, in bocca entra morbida avvolgente dove avverto note di biscotto, un leggero caramello, crosta di pane, miele e frutta matura, corpo medio, finale a tendenza dolce, non stucchevole dove la parte alcolica fa capolino scandendomi il palato.
Oatmeal Stout, birra scura dalle classiche note tostate, caffè, liquirizia, cacao amaro, ingresso morbido e bevuta snella, finale secco con amaricatura da malto leggera e gradevole.
Passiamo ora all’assaggio delle due cugine “Americane” Session Ipa e Weast Coast Ipa, la prima regala un bouquet tropicale che va dal passion fruit al cocco, passando per il mango e la frutta spina, ingresso morbido dove si ritrovano le note esotiche avvertite al naso, finale secco con una leggera ma comprensibile astringenza, la seconda naso deciso che vira su note agrumate e fruttate, in bocca più concreta della cugina, ma “facile” da bere, finale secco amarognolo molto persistente.
La costanza, la passione, la cura maniacale hanno portato i primi frutti, la Saison ha vinto il Tappo d’oro a SoloBirra 2017 e il premio Golden Kubo Beer Award nel 2018.
La Double Ipa ha vinto il primo premio Cerevisia 2019 come migliore birra del nord Italia.
Nel settembre 2019 al Mountain Beer Cup, svoltosi ad Asiago in occasione di Made in Malga, la Oatmeal Stout e la West Coast Ipa si sono classificate rispettivamente seconda e terza nelle birre ad alta fermentazione.
A febbraio 2020 abbiamo ricevuto tre premi anche al Concorso Solobirra presso Hospitality a Riva del Garda:
– Double Ipa: prima classificata nella cat. Imperial Ipa – West Coast Ipa: terza classificata nella cat. American Ipa – Bock: terza classificata nella cat. Bock.
In chiusura ringrazio Lucia e Federico per l’ospitalità a me riservata.
INFORMAZIONI
Birrificio 5 +
via Nazionale 208 – 38123 Trento – www.5piu.com
377 119 7197 – FB: 5piubirrificioartigianale