Homebrewers per passione; la nostra intervista a Federico Leoni

Federico Leoni
Federico Leoni – Zugliano 2015

Ciao Federico, parlaci di te

Ciao, mi chiamo Federico Leoni, ho 39 anni, abito a Breganze e lavoro come impiegato in un’azienda della zona.

Quando è scaturita in te la passione per l’homebrewing?

La mia passione per la birra è poco più di 20 anni fa quando, dopo aver bevuto una birra artigianale,ho scoperto che oltre alle birre di produzione industriale che sembravano tutte uguali c’era anche qualche prodotto che si distingueva sotto molte caratteristiche, olfatto, gusto, alcolicità.

Da quel momento ho iniziato a provare molte birre che si differenziassero rispetto alla media, partendo soprattutto da quelle provenienti dal mondo belga (erano quelle che si trovavano più facilmente all’epoca) e poi pian piano iniziai a provare, e a trovare, birre di altre nazionalità, avendo modo di apprezzare le loro caratteristiche peculiari come ad esempio le Gose di Lipsia, le Rauchbeer, le Grodziskie…e ce ne sarebbero molte altre nell’elenco.

Alla fine, circa 8-9 anni fa, iniziai a chiedermi se, e come, fosse possibile produrre a livello casalingo la propria birra. Come molti presumo, acquistai un kit per la fermentazione con i preparati e seguii passo passo le istruzioni del manuale. Il risultato non fu tra i più soddisfacenti per la verità, però fu un passo necessario che mi permise di apprendere (a mie spese…soprattutto degustative!) il processo di fermentazione. Dopo vari tentativi, più o meno fruttuosi, mi decisi di passare alla produzione di birra all-grain ed in effetti le cose cambiarono molto, sia per la varietà di birre che si possono produrre, sia per la difficoltà iniziale nell’apprendimento della tecnica di produzione del mosto.

Qual è lo stile di birra che preferisci produrre?

Tra le varie tipologie di birre che preferisco produrre, sicuramente un primo posto lo devo dare alle Pils. Birre molto semplici dal punto di vista della materia prima ma che richiedono una certa precisione dal punto di vista tecnico soprattutto per la gestione delle temperature.

Raccontaci della tua attrezzatura?

Possiedo un Braumeister da 20L che mi permette di controllare in modo piuttosto preciso le temperature degli step di ammostamento. E’ un dispositivo che usa la tecnica del BIAB e che, a  detta del costruttore non necessita della fase di sparge. Personalmente ho notato che un po’ di sparge (assolutamente inferiore rispetto a quello effettuato con il metodo classico) permette di avere  un’efficienza un po’ più alta nell’estrazione. Per il raffreddamento utilizzo uno scambiatore a piastre da circa 20 elementi (non molto grande pertanto, ma sufficiente a raffreddare abbastanza velocemente i 20L di mosto a 100°C) Infine, utilizzo un frigo opportunamente modificato per gestire correttamente le temperature di fermentazione all’interno del fermentatore.

Fai parte di un gruppo, associazione di appassionati HB?

Faccio parte del gruppo NonSoloBirra, un bel gruppo all’interno del quale c’è la possibilità di degustare le varie produzioni di ognuno, di commentarle e soprattutto di ricevere consigli su come migliorare la propria birra. Personalmente ritengo che le critiche siano sempre molto utili per capire dove metter mano alla propria ricetta.

Come ti sei preparato/a (corsi, autodidatta….)?

La mia preparazione è stata inizialmente documentandomi su alcuni siti internet, anche se a dir la verità si trova tutto e l’esatto contrario di tutto…quindi inizialmente sono partito con le idee non molto chiare in merito ad alcune fasi. In seguito ho partecipato ad alcune cotte pubbliche e ho acquistato qualche libro in cui venissero spiegati in modo esaustivo i vari procedimenti che portano alla produzione della birra partendo dalla materia prima e arrivando al prodotto finito. Poi, ovviamente, bisogna “prender mano” con il proprio impianto.

Raccontaci la tua prima cotta

La prima cotta che ho fatto è stata una Bock dal risultato soddisfacente diciamo…per essere la prima volta che facevo una birra all-grain. Già dall’inizio ho dovuto imparare a regolare correttamente il mulino per macinare i grani…o erano di grana troppo fine, o troppo grossa… In secondo luogo capire come funzionasse il sistema, quindi impostare gli step di temperatura e i  tempi relativi ad ogni step. Devo dire che è stato, ed è, un grande aiuto avere un sistema che  mantenga correttamente le temperature. Poi, mio malgrado, mi sono accorto che la bilancia in mio possesso non era poi così  precisa…sicuramente non ho rispettato le quantità corrette di luppolo della ricetta, anche se ovviamente si parla di 4-5 grammi…che però con determinati luppoli potrebbero fare la differenza, ma non in questo caso. E poi…dulcis in fundo, nel momento del raffreddamento del mosto, ho capito quanto siano importanti le fascette per i tubi perché il tubo collegato al rubinetto della pentola e allo scambiatore continuava a sfilarsi! Diciamo pure che non è stata una passeggiata, però è stata utile a capire di cosa avevo ancora bisogno dal punto di vista dell’attrezzatura. Il risultato alla fine non è stato male, per una prima cotta…

Hai mai partecipato a concorsi? Se si con quali risultati?

Si, ho partecipato ad un concorso nel 2015 a Zugliano, arrivando secondo con una Pils e poi ho partecipato ad un concorso nel 2018 presso il birrificio Biren, arrivando quinto…sempre con una Pils. Si può evincere che le pils siano delle birre che mi appassionano molto.

La tua birra ideale, come deve essere?

Deve essere secca, con un bel finale luppolato e non troppo alcolica.

Birre nel fermentatore?

Per il momento no, purtroppo, anche se a breve spero di fare una Munich Dunkel.

C’è una birra che vorresti tanto produrre? Se si perché non l’hai mai prodotta?

Beh, mi piacerebbe molto fare una session Ipa, magari con una gradazione attorno al 3% Abv… Perché non l’ho mai prodotta? …non ci sono ancora riuscito, o meglio…ci ho provato e i risultati in quanto a corposità erano a dir poco deludenti…ma ci riproverò!

Ultimamente il mondo HB si sta molto evolvendo, sfornando grazie scuole, corsi una miriade di “birrai”, cosa ne pensi a riguardo?

Credo sia di fondamentale importanza la presenza di scuole e corsi che offrano la possibilità di apprendere e/o aumentare le conoscenze e le tecniche di produzione brassicola e secondo me il livello dell’offerta proposta si è alzato nel corso degli anni. Purtroppo, e questa è una mia personale idea, credo anche che molti abbiano intravisto un possibile business con l’aumentare dell’interesse nei confronti della birra artigianale e questo è sicuramente un problema perché ritengo che sia la passione un requisito fondamentale in ogni attività che si svolge. Si è assistito pertanto alla nascita di alcuni birrifici (e in alcuni casi anche di corsi) che puntassero più al marketing che alla qualità del prodotto, confondendo il cliente finale anziché fare cultura della birra artigianale. E’ anche vero d’altronde, che alla fin fine il mercato ha premiato, e premia, chi ha basato la sua attività puntando sempre a migliorare la qualità dei propri prodotti.

Hai mai pensato di trasformare la tua passione in un lavoro?

Sinceramente ci avevo pensato, ma preferisco ancora che questo rimanga un hobby al quale dedicarmi senza affanni e quando il tempo me lo permette…e anche perché ho ancora moltissima strada da fare e, cosa non secondaria, ho il timore che questa passione venga a diminuire nel momento in cui dovessi fare il grande passo, anche se ho ottimi esempi di birrai professionisti che, nonostante tutte le difficoltà che il loro lavoro comporti, hanno mantenuta immutata la loro passione e la loro voglia di sperimentazione.

Sogni nel cassetto?

Per il momento non ho particolari sogni nel cassetto…magari partecipare ad una cotta in un birrificio per vedere e capire meglio le differenze che un impianto professionale possa offrire a differenza dell’attrezzatura da homebrewer e ovviamente cercare di trarne spunto per migliorare la qualità delle proprie birre.

Parlando di professionisti: qual è secondo te il miglior birrificio per qualità italiano

Questa è una domanda molto difficile perché ci sono molti birrifici italiani che ultimamente si sono contraddistinti a livello nazionale, e non solo, per la loro qualità. Inoltre, ogni birrificio ha la sua birra che lo ha reso noto.

Comunque, dovendo dare una sola risposta, mi sembra che ultimamente il birrificio Bionoc’ si stia contraddistinguendo per la qualità delle proprie birre. Devo dire che la sua linea “acida” mi piace molto.

Ci sarebbero però molti altri birrifici che meriterebbero di essere menzionati.

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BEER my LOVER
Informazioni su Stefano Gasparini 648 Articoli
Stefano è un appassionato di birra artigianale italiana da molti anni e ha dato concretezza alla sua passione nel 2008 con la creazione di NONSOLOBIRRA.NET, un portale che mira a far conoscere al pubblico il mondo della birra artigianale italiana attraverso recensioni, degustazioni e relazioni con i produttori. Stefano ha collaborato con la Guida ai Locali Birrai MOBI ed è stato presidente della Confraternita della Birra Artigianale. È anche il fondatore del gruppo Nonsolobirra Homebrewers e organizzatore del Nonsolobirra festival dal 2011. In sintesi, Stefano è un appassionato di birra che ha dedicato gran parte della sua vita a far conoscere e promuovere la birra artigianale italiana.