UnionBirrai sul piede di guerra: La misura ormai è colma!

A seguire vi voglio pubblicare il messaggio pubblicato da UnionBirrai a seguito delle anticipazioni sul nuovo decreto sostegni.

Dalle anticipazioni della stampa specialistica sembra che il Decreto Sostegni in corso di emanazione non contenga alcuna misura che tenga conto delle enormi difficoltà con cui il nostro settore ha dovuto confrontarsi in seguito alle restrizioni imposte ai locali di somministrazione: nulla che non ci aspettassimo.

I birrifici artigianali godranno dei medesimi “sostegni” destinati a tutte le altre imprese. Potremmo discutere all’infinito di quanto siano giusti o meno i meccanismi con cui questi aiuti vengono erogati. Ci sarà sempre chi rientra e chi non ne usufruisce per qualche migliaio di euro. Registriamo il minimo dei risultati: l’abolizione della lotteria dei codici ATECO con la quale il nostro settore è stato completamente tagliato fuori dai precedenti ristori.

In questo particolare contesto, riteniamo uno schiaffo totale il recente aumento destinato ai dipendenti pubblici. Lungi da noi alimentare facili stereotipi sul pubblico impiego. Non lo faremo perché come imprenditori siamo i primi a riconoscere che il settore pubblico è pieno di persone competenti ed oneste. Come anche vogliamo esprimere gratitudine eterna al personale sanitario e alle forze dell’ordine che sono state in prima linea a fronteggiare la pandemia.

Ma viviamo un momento in cui aziende di ogni tipo, sparse su tutto il territorio nazionale, falliscono o chiudono, imprenditori vivono l’incubo di perdere tutto, dipendenti aspettano da mesi la cassa integrazione e temono per il loro posto di lavoro: sofferenze sconosciute a chi ha potuto vivere l’intero periodo della pandemia senza avere alcun tipo di preoccupazione lavorativa e con la sicurezza del proprio stipendio.

Inutile sottolineare come questi stipendi e tutta la macchina pubblica vengano mantenuti tramite le tasse che i cittadini pagano, e tra questi ovviamente imprenditori e dipendenti dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia: ristorazione, turismo, spettacolo e molti altri.

Non sta a noi giudicare se l’aumento fosse dovuto o no: ciò che lascia sbigottiti è la tempistica. Mentre migliaia di aziende stremate dalle restrizioni aspettano mesi per dei ristori modesti, devono anche subire lo smacco di vedere allocare in pochi giorni miliardi di euro a coloro che non hanno mai dovuto temere per il proprio lavoro durante la pandemia.

Oggi riceviamo di nuovo briciole, mentre la prospettiva di una ripartenza economica rimane un miraggio. Il nostro piano vaccinale, purtroppo, consiste nell’attendere che paesi più scaltri dell’intera Europa abbiano finito le loro vaccinazioni di massa. Anche in questo caso i responsabili di questo fallimento totale vivono lautamente stipendiati dalle tasse, non solo dei cittadini Italiani ma di tutti i contribuenti Europei.

In qualità di consiglieri eletti a rappresentare la nostra categoria produttiva, durante questi mesi abbiamo ricevuto numerose sollecitazioni dai nostri soci, giustamente arrabbiati e preoccupati. Abbiamo deciso di non scendere in piazza per ovvie ragioni legate all’emergenza sanitaria, ma non possiamo continuare ad ignorare il fallimento nella gestione della pandemia dal punto vista economico, sia a livello nazionale che continentale.

A fronte di tutto ciò ci viene chiesto di continuare a tenere la barra dritta e di pagare tasse con cui stipendiamo coloro che decidono misure e restrizioni, che riteniamo ingiuste e a volte persino punitive.

Riteniamo che la misura sia colma.

Il consiglio direttivo Unionbirrai intende sottoporre ai propri soci riuniti in assemblea l’inizio di un periodo di resistenza fiscale, con la sospensione del pagamenti delle imposte (ovviamente regolarmente contabilizzate).

Non ci sentiamo rappresentati, tutelati e rispettati. I pochi soldi che rimangono li useremo per le nostre aziende, i nostri dipendenti e le nostre famiglie.

#resistenzafiscale #unitisivince #rivoluzionenelbicchiere

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