
Puoi raccontarci un po’ di te? Come ti sei avvicinato al mondo dell’homebrewing?
Mi chiamo Michele, noto online come “Project Zero Homebrewing”, e vivo in provincia di Brescia. La mia passione per la birra artigianale è nata partecipando a eventi locali, dove ho scoperto un mondo ben diverso dalle birre industriali.
Nel 2016, mia moglie mi ha regalato un kit Birramia per il mio compleanno. Avevo già studiato molto prima di iniziare, quindi ho scelto di partire subito con il metodo E+G (estratto + grani) per avere maggiore controllo sulle ricette. Da quel momento, l’homebrewing è diventato parte della mia vita.
Da quanto tempo produci birra in casa e cosa ti ha spinto a iniziare?
Produco birra in casa da circa nove anni, dal 2016.
Ciò che mi ha spinto è stata la curiosità di capire come nasce una birra e la voglia di personalizzare gli stili che amavo bere. Fin da subito ho cercato di migliorare, passando rapidamente dal metodo E+G all’All Grain, per ottenere più controllo sulla qualità del prodotto.
Quali sono state le prime difficoltà che hai incontrato e come le hai superate?
All’inizio la sfida più grande è stata l’ansia da fermentazione: il timore che qualcosa andasse storto, che la birra non riuscisse bene. Ho superato questi dubbi studiando, seguendo forum e confrontandomi con homebrewer più esperti.
Anche la gestione della fermentazione non era semplice: non avevo ancora chiaro quanto fossero cruciali temperatura e sanificazione. Con il tempo, affinando il controllo su questi aspetti, ho migliorato la qualità delle mie birre. Il confronto con altri homebrewer è stato fondamentale per crescere più velocemente.

Sei stato finalista del concorso MoBI: cosa ha significato per te questo traguardo?
Quella del 2024 è stata la mia quarta finale al Campionato Italiano MoBI, e per me è un traguardo importante. Significa costanza e crescita, perché il livello della competizione è sempre altissimo. Riuscire a confermarmi tra i finalisti ogni anno mi dà la certezza che il lavoro fatto sulle mie birre sta portando i risultati che cerco.
Quale birra hai presentato al concorso e cosa la rende speciale?
Tra le birre presentate (AltBier, German Pilsner e California Common), quella di cui sono più orgoglioso è stata una Hazy Sour IPA.
Era una vera scommessa, perché univa diverse tecniche: una base da Session IPA, acidificata con il kettle souring, e un uso importante di luppoli per esaltare l’aromaticità. Il rischio era bilanciare acidità, amaro e profilo aromatico, ma il risultato è stato sorprendente e molto apprezzato.
Hai ricevuto feedback dai giudici? Se sì, hai apportato modifiche alla ricetta dopo il concorso?
Sì, la Hazy Sour IPA ha ricevuto punteggi molto alti (43-44/50) e i giudici non hanno suggerito particolari correzioni, solo complimenti per il bilanciamento e l’armonia della birra.
Questo è stato un grande riconoscimento, ma la vera sfida ora è migliorarla senza alterare quell’equilibrio che l’ha resa così apprezzata. Sicuramente la riprodurrò, cercando di perfezionare ogni dettaglio.
Quali sono i tuoi stili di birra preferiti da produrre e perché?
Amo produrre birre tedesche e birre luppolate, ma in particolare ho una passione per le birre session, perché permettono di ottenere grande bevibilità senza rinunciare a carattere e complessità.
Inoltre, seguo molto la stagionalità: d’inverno mi dedico alle basse fermentazioni, mentre in estate prediligo fermentazioni più rapide con lieviti ALE e profili luppolati intensi.
Hai una birra di cui sei particolarmente orgoglioso? Se sì, raccontacela!
Oltre alla Hazy Sour IPA, la birra a cui sono più legato è la Rauchbier. È una birra che produco ogni anno e che mi ha dato grandi soddisfazioni nei concorsi.
Lavorare con il malto affumicato su legno di faggio è qualcosa che adoro, perché trasforma l’ambiente di produzione in un’esperienza sensoriale unica. La mia ricetta prevede un’alta percentuale di malto affumicato, bilanciato da Monaco e Melanoidin, con una fermentazione condotta con il lievito Munich Lager, che esalta il profilo maltato e rotondo.
Ti piace sperimentare con ingredienti insoliti o preferisci rispettare gli stili tradizionali?
Sono molto legato alla tradizione, e credo che ogni esperimento debba essere fatto con coscienza. Ogni tanto provo ingredienti particolari, ma prima di usarli cerco sempre di avere un’idea chiara del risultato che voglio ottenere.
Quale attrezzatura utilizzi per la tua produzione?
Utilizzo il Grainfather G30, un sistema All-in-One che mi permette di gestire con precisione i vari step del processo.
Per la fermentazione alterno tra Ss Brewtech Unitank e Grainfather Conical Fermenter, mentre per il confezionamento utilizzo iTap per l’imbottigliamento e il Monofiller per il riempimento delle lattine.
Hai apportato qualche modifica o autocostruito qualcosa per migliorare il tuo impianto?
Sì, nel tempo ho ottimizzato diversi aspetti del mio impianto.
Uno dei progetti più interessanti è stata la costruzione della latinatrice Ican, sviluppata da zero con due amici (Luca e Daniele), un’esperienza che mi ha coinvolto moltissimo.
Qual è il passaggio più critico nel tuo processo di produzione e come lo gestisci?
Uno dei punti più critici è la gestione dei trasferimenti della birra, specialmente ora che utilizzo tecniche di contropressione e fermentazione isobarica.
Per ridurre il rischio di ossidazione, ho affinato le tecniche di purging con CO₂ e minimizzo il contatto con l’ossigeno in ogni fase.
Hai in programma nuove birre o progetti legati all’homebrewing?
Al momento voglio ottimizzare le mie produzioni per portare la qualità al massimo livello possibile e tornare a pubblicare contenuti online per condividere la mia esperienza.
Se avessi la possibilità di aprire un birrificio, quale sarebbe la tua birra di punta?
Punterei su una Pilsner: una birra apparentemente semplice, ma che richiede grande tecnica e pulizia.
Che consiglio daresti a chi vuole iniziare con l’homebrewing?
Partite dalle basi! Studiate, documentatevi e confrontatevi con altri homebrewer. Non fate il passo più lungo della gamba: prima imparate a fare birra in modo semplice e solido, poi potrete affinare le tecniche e sperimentare.