Livio De Sanctis: nel cuore della birra, tra passione, metodo e sperimentazione

Dalla Franconia agli esperimenti “fuori programma”: la storia di un ingegnere che da oltre 25 anni produce birra artigianale in casa

Un ingegnere meccanico, due passioni – birra e sci alpino – e un percorso che ha trasformato una curiosità giovanile in una dedizione costante all’homebrewing.
Così si presenta un appassionato che da più di venticinque anni dedica tempo ed energia alla produzione casalinga di birra. La sua è una storia che unisce ricordi familiari, esperienze internazionali e un instancabile desiderio di sperimentare.

Ma come nasce una passione tanto forte? E qual è la ricetta per trasformare un hobby in un percorso lungo decenni?

Ci racconti un po’ di te? Come ti sei avvicinato all’homebrewing?

Ho 48 anni, vivo a Bra e sono ingegnere meccanico. Fuori dall’ufficio coltivo due passioni: la birra artigianale e lo sci alpino.
La scintilla arrivò dai racconti di mio zio, che negli anni ’50 lavorava nel deserto con colleghi inglesi capaci di produrre birra negli accampamenti. Ho pensato: se si può fare birra nel deserto, perché non provarci a casa?
La vera svolta tecnica fu in Austria, durante l’anno di tesi, con esperimenti condotti sull’impianto pilota della Trumer Pils. Perfino le birre “sbagliate” trovavano nuova vita, distillate nel piccolo alambicco del birrificio.

Da quanto tempo produci birra in casa e quante cotte hai fatto finora?

Produco birra da oltre venticinque anni, circa una cotta al mese: un rituale costante che per me è insieme crescita, sfida e piacere.

Quale tipo di impianto brassicolo utilizzi? Hai iniziato con un kit o sei partito subito con l’all grain?

Come tanti, ho cominciato con un kit in barattolo, che conservo ancora. Poco dopo sono passato all grain: era lì che iniziava il vero gioco. All’epoca c’era poco materiale e un solo grande riferimento: Mr. Malt.

Ci descrivi il tuo setup attuale?

Oggi utilizzo un impianto autocostruito da 50 litri, con quattro pentole inox, scambiatore tubo-in-tubo, fermentatore troncoconico con camicia e sistema termostatato.

Tutto è pensato per un controllo completo, senza togliere il piacere della manualità.

«Quali stili di birra preferisci brassare e perché? Hai uno stile “firma”?»

Amo le lager di scuola tedesca: Pils, Helles, Dunkel, Kellerbier. La loro semplicità richiede precisione assoluta.
Parallelamente lavoro sulle IPL con sfumature affumicate. Se devo scegliere la mia “firma”: German Pils, birra che mi ha regalato riconoscimenti anche negli Stati Uniti.

Qual è stata la tua birra migliore finora? E quella che non rifaresti mai?

Le birre migliori sono quelle che si bevono con naturalezza: German Pils e Munich Dunkel.
Un ricordo speciale è l’Italian Pils premiata al Pastorianus 2023, a casa dello stile ideato da Agostino Arioli.
Quella che non rifarei? Dunkel Weizen: interessante, ma non nelle mie corde.

Utilizzi ingredienti particolari o locali? Fai sperimentazioni?

Negli anni ho provato di tutto: frutta, miele, caffè, spezie, lieviti da vino, perfino maltazioni casalinghe. Oggi cerco soprattutto pulizia ed equilibrio.
Sperimentare, per me, significa cambiare un solo dettaglio alla volta.
In questo spirito sto avviando una mini-serie di session lagers e i test “Acqua & Amaro”: stessa ricetta, profili d’acqua diversi, per studiare come il sorso cambia.

Come documenti e tieni traccia delle ricette? Usi software specifici?

Uso Beersmith e fogli Excel personalizzati. Analizzo pH, lieviti al microscopio e recupero i ceppi quando possibile. Capire cosa accade in fermentazione prima ancora che la birra arrivi nel bicchiere è la vera magia.

Hai mai partecipato a concorsi o eventi per homebrewers?

Partecipo con piacere: è un modo per crescere e confrontarmi.
Tra i premi:

  • 1° posto Fermento Birra 2025 (Munich Dunkel)
  • 1° posto NHC AHA San Diego 2025 (German Pils)
  • 3° posto NHC AHA Kansas City 2025 (German Pils)
  • 1° posto Pastorianus 2023 (Italian Pils)
  • 1° posto Faida Homebrewers 2023 (APA)

Inoltre sto sviluppando una ricetta in collaborazione con un club americano: cotta sincronizzata a distanza e degustazione online.

Quali consigli daresti a chi vuole iniziare?

  • Partite da semplicità, metodo e rigore.
  • Non inseguite le mode.
  • Curate la pulizia.
  • Studiate: la birra, come il jazz, concede libertà solo dopo la padronanza delle regole.
  • Confrontatevi con altri appassionati: io stesso faccio parte dell’Associazione Birraia Cuneese.

E soprattutto: la birra migliore è quella condivisa.

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Informazioni su Matteo Cazzola 38 Articoli
Appassionato maniacale dell'arte del homebrewing, dal 2023 ha deciso di mettersi in gioco, condividendo le proprie ricette e considerazioni, gestendo la rubrica Brassando si impara. Co-fondatore e amministratore del gruppo Homebrewers Vicentini