Questione di stile: Pale Commonwealth Beer

12. Pale Commonwealth Beer

Questa categoria include ale chiare amare, tendenti al luppolato, di forza moderata originarie dall’ex impero britannico.

12A. English Golden Ale

Impressioni generali: una Bitter chiara orientata verso il luppolato, con alcolicità da media a moderatamente forte. La bevibilità e il senso di freschezza sono componenti critici di questo stile.

Aroma: luppolo da moderatamente basso a moderatamente alto. Qualsiasi varietà di luppolo può essere impiegata: quelli inglesi floreali, erbacei o terrosi e gli agrumati americani sono i più comuni. Spesso viene utilizzata una varietà singola di luppolo. Aroma di malto da basso a nullo e nessun caramello. Il fruttato è da medio-basso a basso e proviene dal luppolo piuttosto che dagli esteri. Diacetile basso o nullo.

Aspetto: colore da paglierino a dorato con limpidezza da buona a luminosa. Schiuma bianca da bassa a moderata in relazione al livello di carbonazione.

Gusto: amaro da medio a medio-alto con gusto di luppolo da moderato a moderatamente alto (di qualsiasi varietà, anche se i gusti agrumati sono sempre più comuni). Maltosità da bassa a medio-bassa, con gusto di pane e forse lieve biscotto. Tipicamente assenti i gusti di caramello e diacetile da basso a nullo. L’amaro e il gusto di luppolo devono essere ben pronunciati. Esteri da bassi a moderatamente bassi. Finale da medio-secco a secco. L’amaro cresce all’aumentare del livello alcolico ma deve sempre essere equilibrato.

In bocca: corpo da leggero a medio. Carbonazione da bassa a moderata per la spina mentre per le versioni

commerciali in bottiglia sarà più elevata. Le versioni più alcoliche danno un leggero calore in bocca, ma questa caratteristica non deve essere eccessiva.

Commenti: birra dissetante e ben luppolata con l’accento sul luppolo. Si serve più fredda delle Bitter tradizionali; in origine era pensata come una rinfrescante birra estiva ma ora è prodotta tutto l’anno. Prima si

impiegavano luppoli inglesi ma ora si utilizzano sempre di più luppoli americani agrumati. Le Golden Ale sono anche chiamate Golden Bitter, Summer Ale o British Blonde Ale e si possono trovare in cask, in fusto e in bottiglia.

Storia: le moderne Golden Ale furono prodotte in Inghilterra per battere la concorrenza delle Lager. È difficile identificare quale fu la prima, ma molti ritengono che ad aprire la strada fu la Hop Back’s Summer Lightning prodotta nel 1986.

Ingredienti: malto Pale chiaro o lager che serve come supporto alla luppolatura. Si possono aggiungere zucchero, mais o frumento. Di frequente si usano luppoli inglesi, anche se stanno diventando sempre più comuni le varietà americane agrumate. Lievito britannico con fermentazione pulita.

Confronti di Stile: la più simile alle American Pale Ale anche se ha meno alcol e utilizza ingredienti britannici. Non ha caramello e meno esteri rispetto alle Bitter britanniche o alle Pale Ale. Secca come le Bitter ma meno maltosità a sostenere il luppolo, che impartisce quindi un diverso equilibrio. Si usano più spesso (e fanno bella mostra) luppoli americani rispetto ad altri stili moderni britannici.

Numeri: OG: 1.038 – 1.053 IBUs: 20 – 45 FG: 1.006 – 1.012 SRM: 2 – 6 ABV: 3.8 – 5.0%

Esempi commerciali: Crouch Vale Brewers Gold, Fuller’s Discovery, Golden Hill Exmoor Gold, Hop Back Summer Lightning, Kelham Island Pale Rider, Morland Old Golden Hen, Oakham JHB

Tag: forza standard, chiara, alta fermentazione, isole britanniche, stile tradizionale, famiglia ale chiare, amara, luppolata.

12B. Australian Sparkling Ale

Impressioni generali: delicata e bilanciata, tutti i componenti si fondono assieme con intensità simile. I gusti moderati mettono in mostra gli ingredienti australiani. Ampia diversificazione dei gusti, molto beverina e adatta al clima caldo. Si basa sulle caratteristiche del lievito. Aroma: pulito e alquanto delicato con un mix equilibrato di esteri, luppolo, malto e lievito: tutti da basso a moderato. Gli esteri sono spesso di pera o mela e forse con una lieve nota di banana (opzionale). I luppoli sono terrosi, erbacei o potrebbero evidenziare la caratteristica ferrosità del Pride of Ringwood. La maltosità varia da cereale neutro a moderatamente dolce o lieve pane; nessun caramello evidente. I prodotti molto giovani possono avere sottili aromi di lievito o sulfurei.

Aspetto: colore da giallo intenso ad ambrato chiaro ma spesso giallo medio. Schiuma bianca ampia, persistente e pannosa con bollicine piccolissime. Effervescenza percepibile per l’alta carbonazione. Limpidezza brillante se viene decantata, ma di solito si versa col lievito per dare un aspetto torbido. Normalmente non torbida a meno che non si porti il lievito in sospensione versandola.

Gusto: rotondo di malto, cereale o pane da basso a medio, inizialmente lieve maltato-dolce per poi evidenziare l’amaro da medio a medio-alto che controbilancia la maltosità. Di solito assenti i gusti del caramello. Birra estremamente attenuata dal finale secco con l’amaro che persiste, anche se il corpo suggerisce pienezza. Gusti di luppolo da medio a medio-alti un po’ terrosi, forse erbacei, resinosi, pepati o ferrosi ma non floreali e che permangono nel retrogusto. Esteri da medio-bassi a medio-alti, spesso di pera o mela e con banana opzionale ma mai dominante. Può essere leggermente minerale o sulfurea se è presente il lievito. Non deve mai essere anonima.

In bocca: carbonazione da alta ad elevata che riempie la bocca di bollicine con pizzicore caratteristico. Corpo da medio a medio-pieno e tendente al pieno se si versa col lievito. Delicata ma gassata. Le versioni più alcoliche possono dare leggera sensazione di calore. Birra molto ben attenuata che non dovrebbe avere nessuna dolcezza residua.

Commenti: la Coopers produce la sua birra ammiraglia, la Sparkling Ale fin dal 1862, anche se nel corso degli anni è cambiata la formulazione. Attualmente la birra ha una limpidezza brillante se è decantata, ma i baristi spesso versano gran parte della birra nel bicchiere poi girano la bottiglia e inseriscono tutto il lievito. In alcuni bar la bottiglia viene fatta rotolare lungo il banco! Quando è servita alla spina, la birreria istruisce i gestori a rovesciare il fusto per smuovere il lievito. I consumatori moderni sembrano preferirla torbida. È sempre carbonata naturalmente, anche nel fusto. Ale quotidiana ma che si beve meglio giovane.

Storia: gli archivi delle birrerie mostrano che la maggioranza delle birre australiane prodotte nel 19° secolo erano la XXX (Mild) alla spina e la Porter. La ale in bottiglia fu prodotta per fare concorrenza alle Pale Ale in bottiglia importate dall’Inghilterra, come la Bass e la Wm Younger’s Monk. Ai primi del 20° secolo la Pale Ale in bottiglia uscì di fuori moda e divennero di tendenza le lager “più leggere”. Molte Sparkling Ale e Pale Ale australiane furono etichettate come Ale, ma in realtà erano lager a bassa fermentazione con malti simili a quelli impiegati prima per le Ale. La Coopers di Adelaide è l’unica fabbrica rimasta a produrre lo stile Sparkling Ale.

Ingredienti: malto Pale distico australiano poco tostato ma si possono usare varietà lager e piccole quantità di Crystal solo per aggiustare il colore. Gli esempi moderni non prevedono aggiunte ma solo zucchero di canna per il priming. Gli esempi storici usavano malto distico al 45%, malto esastico più proteico al 30% e zucchero al 25% per diluire il contenuto di azoto. Tradizionalmente luppoli australiani come il Cluster e Goldings, sostituiti da metà anni ’60 dal Pride of Ringwood. Lievito tipo Burton molto attenuante (tipicamente ceppo australiano). Profilo dell’acqua variabile, ma di solito con pochi carbonati e solfati moderati.

Confronti di Stile: apparentemente simile alle Pale Ale britannica, anche se molto più carbonata, con meno caramello e meno luppolatura finale. Mette in mostra il ceppo di lievito e le varietà di luppolo impiegate. Più amara di quanto le IBU facciano intendere a causa dell’alta attenuazione e della bassa gravità finale e per i luppoli abbastanza “ruvidi”.

Numeri: OG: 1.038 – 1.050 IBUs: 20 – 35 FG: 1.004 – 1.006 SRM: 4 – 7 ABV: 4.5 – 6.0%

Esempi commerciali: Coopers Original Pale Ale, Coopers Sparkling Ale

Tag: session-beer, chiara, alta fermentazione, pacifico, stile tradizionale, famiglia ale chiare, amara.

12C. English IPA

Impressioni generali: una Pale Ale britannica luppolata, moderatamente forte molto ben attenuata con finale secco, con aroma e gusto di luppolo. I classici ingredienti britannici forniscono il miglior profilo gustativo.

Aroma: tipico aroma di luppolo floreale, speziato-pepato o di agrume-arancia naturale da moderato a moderatamente alto. Un aroma erbaceo da dry-hopping è accettabile ma non necessario. La presenza di aromi di malto moderatamente bassi che ricordano il caramello o il tostato sono opzionali e un fruttato basso a moderato è accettabile. Alcune versioni possono avere una nota sulfurea, anche se non è obbligatoria. Aspetto: il colore varia da dorato ad ambrato intenso ma la maggior parte è abbastanza chiara. Dovrebbe essere limpida anche se le versioni non filtrate con dry-hopping possono essere un poco torbide. Schiuma di dimensioni ridotte, persistente e di color crema.

Gusto: luppolo da medio ad alto con amaro da moderato a dominante. Il gusto del luppolo dovrebbe essere simile all’aroma (floreale, speziato-pepato, agrume-arancia e/o leggermente erbaceo). Il malto dovrebbe essere da medio-basso a medio e talvolta con gusto di pane, con lievi caratteristiche di biscotto, di tostato, toffee e/o caramello. Fruttato da medio-basso a medio con finale da medio-secco a molto secco e amaro che persiste nel retrogusto senza asprezza. L’equilibrio pende verso il luppolo ma il malto deve essere distinguibile come supporto. Se si usa acqua con molti solfati sono solitamente presenti zolfo, un finale secco e minerale con amaro che perdura. Nelle versioni più alcoliche si può percepire un gusto di alcol pulito. Il barricato (quercia) non è appropriato per questo stile.

In bocca: corpo morbido da medio-leggero a medio con astringenza derivata dal luppolo, anche se la carbonazione, variabile da moderata a medio-alta, può combinarsi per rendere una sensazione globale di secco, nonostante la presenza del malto come supporto. Si dovrebbe percepire una leggera e morbida sensazione di calore da alcol nelle versioni più forti (ma non in tutte).

Commenti: le caratteristiche delle IPA importanti per il loro arrivo in buone condizioni in India erano l’elevata attenuazione e la forte luppolatura. Dal momento che le IPA venivano trasportate con questa modalità, non significa che altre birre come le Porter non fossero mandate in India, o che le IPA fossero state inventate per essere mandate in India, o che le IPA fossero più luppolate di altre birre in fusto, o che il livello di alcool fosse inusuale per il tempo. Molte birre moderne etichettate come IPA sono abbastanza deboli in alcool. Secondo il CAMRA “le cosiddette IPA di circa 3.5% ABV non sono vere IPA aderenti allo stile”. Lo storico inglese della birra Martyn Cornell ha affermato che birre del genere “non sono in realtà distinguibili dalla Bitter ordinaria”. Quindi abbiamo scelto di concordare con questi autori per le nostre linee guida piuttosto che con ciò che alcuni moderni birrifici britannici chiamano IPA; ci si ricordi quindi di queste due tipologie di IPA presenti oggi sul mercato britannico.

Storia: ci sono vari resoconti sulla sua origine, ma la maggior parte degli storici concorda che quella che in seguito si sarebbe chiamata IPA era una Pale Ale preparata per essere spedita in India a fine ‘700 – primi ‘800. George Hodgson della Bow Brewery divenne un famoso esportatore di IPA ai primi ‘800 ed è il primo nome legato alla popolarità della IPA. Come per tutte le birre inglesi con una lunga storia, anche per la IPA la popolarità e la formulazione cambiarono con gli anni. Le birrerie di Burton-on-Trent con le loro acque altamente sulfuree furono in grado di produrre IPA di successo e dominarono il mercato a partire dal decennio 1830, cioè da quando si iniziò ad usare il nome IPA. Col tempo il grado alcolico e la popolarità declinarono e lo stile virtualmente sparì dal mercato nella seconda metà del 20° secolo. Si usava il nome IPA per indicare le Pale Ale e le Bitter senza particolari caratteristiche (trend che continua ancora adesso in alcuni esempi britannici moderni). Lo stile fu riscoperto dai birrifici artigianali negli anni ’80 ed è quello descritto qui. Gli esempi moderni sono ispirati dalle versioni classiche, ma non si deve pensare che abbiano un legame con quelle del passato o che abbiano lo stesso preciso profilo gustativo. White Shield è probabilmente l’esempio più antico che risale alle forti IPA di Burton, prodotta per la prima volta nel 1829.

Ingredienti: malto Pale con tradizionalmente luppoli inglesi, in particolare nel dry-hopping. Lievito inglese ale attenuante. In alcune versioni si può usare zucchero raffinato. Alcune versioni presentano solfati per utilizzo di acqua tipo Burton, ma ciò non è essenziale per lo stile.

Confronti di Stile: in generale ha più luppolatura da dry-hopping e meno fruttato e/o caramello delle Bitter o delle Pale Ale britanniche. Ha meno intensità di luppolo e gusti più pronunciati di malto delle tipiche versioni americane.

Numeri: OG: 1.050 – 1.075 IBUs: 40 – 60 FG: 1.010 – 1.018 SRM: 6 – 14 ABV: 5.0 – 7.5%

Esempi commerciali: Freeminer Trafalgar IPA, Fuller’s Bengal Lancer IPA, Meantime India Pale Ale, Ridgeway IPA, Summit True Brit IPA, Thornbridge Jaipur, Worthington White Shield

Tag: forte, chiara, alta fermentazione, isole britanniche, stile tradizionale, famiglia IPA, amara, luppolata.

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