In questa intervista, ci addentriamo nel mondo della birra artigianale insieme a Giosuè Rondinella, un appassionato birraio che ha trasformato il suo amore per la birra in una professione di successo. Giosuè ha iniziato il suo viaggio frequentando vari birrifici, tra cui il rinomato Habemus sotto la guida di Fabio Polesel.
Con una dedizione costante e una continua ricerca di perfezione, Giosuè ha affrontato numerose sfide e ha raggiunto importanti traguardi, diventando una figura di riferimento nel panorama della birra artigianale italiana. In questa intervista, ci condivide la sua storia, le sue ispirazioni, le tecniche preferite e i suoi obiettivi futuri, offrendo uno sguardo affascinante e dettagliato sul processo di produzione della birra artigianale e sul suo impatto culturale.
Come hai iniziato a interessarti alla produzione di birra artigianale? Ho iniziato frequentando vari birrifici, e il primo è stato senza dubbio Habemus, nella gestione di Fabio Polesel, oggi birraio di un noto e grande birrificio.
Qual è stata la tua fonte principale di ispirazione per diventare un birraio artigianale? Dapprima, sicuramente il forte interesse verso il prodotto birra mi ha spinto a diventare sempre più informato sugli stili e sulle metodologie di produzione. Di lì, il passo è stato breve: iniziare a fare qualche cotta da homebrewer. La fonte di ispirazione continua sono i birrai, in particolare coloro che hanno iniziato per primi. Il mio pensiero è che, se i birrai che ci hanno preceduto hanno affinato le ricette in tutti questi anni, probabilmente la scelta migliore è seguire il loro esempio.
Quali sono le sfide più grandi che hai affrontato nel tuo percorso come birraio artigianale? La sfida più grande è quella di creare un movimento culturale della birra anche in Italia, facendo conoscere gli stili e le differenze tra le birre, creando curiosità e passione.
Puoi descrivere il processo di creazione di una nuova ricetta di birra? Da dove trai ispirazione per le tue creazioni? Solitamente, il processo di creazione di una nuova ricetta passa attraverso la degustazione e l’analisi di birre prodotte da diversi produttori, appuntando impressioni e pregi. Il passaggio successivo è verificare cosa prevede il BJCP. Vengono poi decisi i parametri come grado alcolico, IBU, e successivamente acqua e sali, materie prime e step di ammostamento. Poi si passa in sala cottura.
Quali sono gli ingredienti principali che utilizzi nella tua birra e perché li hai scelti? Gli ingredienti principali a cui presto attenzione dipendono dallo stile di birra che voglio produrre. Scelgo le materie prime più adatte alla ricetta e allo stile e tendo a preferire quelle provenienti dai paesi di origine dello stile stesso.
Come mantieni la qualità e la coerenza del gusto delle tue birre nel tempo? Scegliendo dei fornitori presenti da anni nel mercato della birra artigianale e materie prime provenienti da produttori storici. La coerenza, per me, si ottiene rimanendo il più possibile aderenti allo stile.
Quali sono le tue tecniche preferite per la fermentazione e la maturazione delle birre? Amo sperimentare tutte le tecniche sia di fermentazione che di maturazione.
Come gestisci la sostenibilità e l’impatto ambientale nella produzione della tua birra? Evitando gli sprechi e ottimizzando la produzione.
Quali sono le tendenze attuali nel mondo della birra artigianale che ritieni più interessanti o rilevanti? La tendenza nel mondo della birra artigianale è quella di avere un equilibrio tra malto, amaro e aroma che agevoli la bevuta rendendola più piacevole e per un pubblico sempre più ampio.
Hai mai collaborato con altri birrifici artigianali o produttori locali per creare birre speciali? Non ancora, ma è un’eventualità che non escludo.
Quali sono i tuoi obiettivi a lungo termine come birraio artigianale? Diventare un punto di riferimento italiano per le birre di stile inglese e brassare delle birre speciali che sono già in cantiere ma che aspettano solo di essere prodotte.
Come coinvolgi la comunità locale nella tua attività di birrificio? Abbiamo una taproom dove si può venire a degustare le nostre birre e dove organizziamo eventi con musica dal vivo. Organizziamo anche visite al birrificio con la spiegazione della storia dei vari stili e degustazione finale guidata.
Quali consigli daresti a qualcuno che vuole intraprendere la strada della produzione di birra artigianale? Consiglio di sognare e crederci sempre. Realizzare il sogno ti riempie di orgoglio, fare della propria passione un lavoro ti dà una marcia in più perché, quando parli delle tue birre o di ciò che stai creando, non stai più vendendo una birra ma stai regalando alle persone la tua gioia.
Qual è stata la birra più insolita o unica che hai creato finora e quali sono stati i feedback? La birra più insidiosa che ho mai brassato è stata una Imperial Coffee Stout con un double mash. È ancora una delle mie birre preferite e ho ancora delle bottiglie che ormai avranno quasi dieci anni. A volte dico che non la rifarò, ma probabilmente sarà una delle birre che riproporrò nel prossimo futuro.
Come valuti il successo del tuo birrificio artigianale e cosa significa per te essere un birraio di successo? Il successo è quando le persone che vengono in taproom mi dicono che la birra è buonissima; il successo è quando un birrificio con più storia ti chiede una collaborazione; il successo è vedere il tuo prodotto con una diffusione sempre maggiore. Essere un birraio di successo significa avere l’opportunità di continuare a fare ciò che ti rende felice, ovvero produrre dell’ottima birra.
Desidero ringraziare di cuore Giosuè Rondinella e Sara per la calorosa ospitalità e per aver condiviso con me il loro tempo e la loro passione. È stato un vero piacere esplorare il mondo della birra artigianale attraverso le esperienze e le intuizioni di Giosuè. La loro dedizione e il loro entusiasmo sono stati davvero contagiosi, e sono grato per l’opportunità di aver potuto approfondire un’arte così affascinante e complessa. Grazie ancora per questa indimenticabile esperienza.