Biella – Alla decima edizione di Bolle di Malto, il salone nazionale dedicato alla birra artigianale in corso fino al 1° settembre 2025, torna al centro del dibattito il tema della fiscalità per i microbirrifici italiani. Durante il convegno “Accise e Birra, una sfida per il comparto agroalimentare”, organizzato negli Stati Generali della Birra, l’associazione di categoria Unionbirrai ha ribadito con forza la necessità di una riforma strutturale che renda sostenibile il sistema fiscale per le realtà brassicole indipendenti.
Il nodo delle accise
“Oggi circa l’80% dei birrifici italiani produce meno di 500 ettolitri l’anno, vale a dire 700-800 microimprese distribuite lungo tutto il Paese” – ha sottolineato Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai. “Nonostante la riduzione del 50% sull’accisa prevista dalla normativa comunitaria, la gestione amministrativa dell’imposta resta macchinosa e onerosa. Per molti piccoli produttori i costi burocratici superano persino il valore stesso dell’accisa, che mediamente non oltrepassa i 10.000 euro annui”.
Secondo Unionbirrai, l’attuale sistema, pensato per modelli industriali, si traduce per le microimprese in oneri sproporzionati: depositi e misuratori, adempimenti telematici, software gestionali e rapporti costanti con l’Agenzia delle Dogane. Una complessità che grava sia sui birrifici sia sulla Pubblica Amministrazione, con un gettito fiscale modesto e stabile ma costi di gestione elevati.
La proposta: soglia forfettaria a 500 ettolitri
Per superare queste criticità, Unionbirrai chiede di estendere la forfettizzazione dell’accisa, oggi applicabile solo sotto i 240 ettolitri annui, fino al tetto dei 500 ettolitri. “Questa è la vera soglia della microimpresa brassicola italiana” – ha ribadito Ferraris – “e permetterebbe un rapporto più semplice e lineare tra aziende e Stato, salvaguardando la sostenibilità economica e garantendo comunque il gettito fiscale”.
La proposta non è nuova: da anni Unionbirrai la porta avanti con documenti e richieste formali indirizzate a Ministero dell’Economia e Agenzia delle Dogane, senza ricevere risposte concrete. “Abbiamo presentato decine di soluzioni operative – ha denunciato Ferraris – ma finora le istituzioni non hanno mai mostrato reale disponibilità al confronto. Se oggi anche altri attori della filiera decidono di sostenere questa battaglia, noi siamo pronti a fare fronte comune”.
Oltre i 500 ettolitri
Il tema non riguarda solo i microbirrifici più piccoli. Unionbirrai auspica un dialogo anche per le produzioni fino ai 10.000 ettolitri annui, con l’obiettivo di introdurre strumenti di maggiore flessibilità e semplificazione per tutto il comparto artigianale.
Il valore culturale ed economico del comparto
Il convegno si inserisce in un contesto di crescente riconoscimento del ruolo della birra artigianale nel panorama agroalimentare italiano. La manifestazione Bolle di Malto, giunta alla sua decima edizione e arricchita quest’anno dal Salone Italiano della Birra, conferma Biella come capitale di un settore che unisce cultura, territorio ed economia, dando voce a un comparto che chiede regole più eque per crescere.
