Un passo avanti significativo per il settore birrario italiano potrebbe arrivare con la prossima Legge di Bilancio 2026, ora in discussione al Senato. Nel fascicolo degli emendamenti segnalati figura la proposta, presentata dalla Senatrice Gisella Naturale (M5S) e sostenuta da Assobirra, che mira a ridurre l’accisa sulla birra dagli attuali 2,99 euro a 2,97 euro per ettolitro per grado-Plato, con decorrenza dal 1° gennaio 2026.
Una misura apparentemente marginale sul piano numerico, ma dal valore simbolico e operativo rilevante, come sottolinea Unionbirrai, l’associazione che rappresenta i piccoli birrifici artigianali indipendenti italiani, che accoglie con favore l’emendamento.
Si tratta di una misura di buon senso – commenta Vittorio Ferraris, Direttore Generale di Unionbirrai –. Con una copertura economica stimata in 4,7 milioni di euro l’anno, si riesce a dare un ulteriore sostegno al comparto, soprattutto ai piccoli produttori artigianali che continuano a distinguersi all’estero grazie a produzioni di eccellenza, diventate un valore aggiunto del Made in Italy agroalimentare.
Il provvedimento si inserisce in un percorso già avviato nella precedente Manovra, che aveva visto l’approvazione degli emendamenti presentati da Fratelli d’Italia e Lega, finalizzati a incrementare gli sconti d’accisa per i microbirrifici con produzione fino a 60.000 ettolitri annui. Un intervento che Unionbirrai aveva accolto con grande soddisfazione e che aveva rappresentato un importante traguardo per il comparto artigianale.
Alla luce dei risultati ottenuti lo scorso anno, Ferraris auspica che la riduzione proposta venga confermata dal Parlamento, segnando così un ulteriore passo nel processo di razionalizzazione fiscale del settore:
Dopo il successo dello scorso anno ci auguriamo che si dia continuità a questo percorso, offrendo un segnale concreto al comparto. La riduzione delle accise non è solo una misura economica: rappresenta un investimento strategico sulla competitività delle imprese, sulla loro capacità di innovare e sulla creazione di nuova occupazione.
Secondo Unionbirrai, la competitività del settore dipende infatti non soltanto da una pressione fiscale più equilibrata, ma anche da interventi strutturali in grado di liberare energie e stimolare investimenti.
L’associazione evidenzia come il lavoro a sostegno del settore non possa limitarsi agli interventi fiscali. Tra le priorità individuate figurano:
- Semplificazione amministrativa per ampliare la platea di microbirrifici ammessi al sistema forfettario per il pagamento delle accise.
- Snellimento delle normative legate alla produzione della birra, così da favorire nuove opportunità di crescita e collaborazione tra le piccole imprese.
- Riduzione degli oneri burocratici, considerati da tempo uno dei principali ostacoli allo sviluppo dei birrifici artigianali.
Ferraris spiega:
L’applicazione del sistema forfettario per un numero sempre maggiore di piccoli produttori permetterebbe alla Pubblica Amministrazione di ridurre i costi di gestione e controllo, garantendo al tempo stesso entrate certe per l’Erario senza sacrificare il gettito fiscale.
Oltre agli effetti macroeconomici, Unionbirrai sottolinea il ruolo fondamentale dei birrifici artigianali all’interno dei territori. La semplificazione delle procedure e un contesto fiscale più favorevole consentirebbero agli imprenditori di dedicare maggiori energie alla produzione, all’innovazione e alla valorizzazione delle filiere locali.
Dare respiro agli imprenditori – conclude Ferraris – significa permettere loro di concentrarsi su ciò che sanno fare meglio: produrre birra di qualità, investire in nuove tecnologie, generare occupazione e contribuire alla crescita economica dei territori italiani.
La proposta di riduzione dell’accisa, pur contenuta nei numeri, viene letta dalle associazioni di categoria come un segnale di attenzione istituzionale verso un comparto che negli ultimi anni ha dimostrato vitalità, capacità di innovazione e un forte radicamento territoriale.
Se approvata, l’iniziativa rappresenterebbe un nuovo tassello nel percorso di rafforzamento del settore birrario artigianale italiano, confermando la volontà di sostenere una filiera riconosciuta come eccellenza del Made in Italy agroalimentare.
