Continuiamo la nostra avventura del 23 febbraio 2013 alla manifestazione ”A Nuoro C’è Fermento”: lui è ricercatore presso la ”Porto Conte Ricerche” di Alghero. Nella serata del 23 febbraio è stato il relatore al seminario sulle materie prime. Ho intervistato per voi: Luca Pretti.
Cosa ti ha portato ad avere a che fare con la birra artigianale?
Intanto la passione per i prodotti veri e in particolare il prodotto birra. Io ho un estrazione microbiologica perché tutti i prodotti fermentati e le biotecnologie in generale mi hanno sempre appassionato, poi piano piano il lavoro, la necessità e la volontà di assecondare le esigenze degli imprenditori sardi che producevano birra mi ha portato ad utilizzare le mie conoscenze dal punto di vista microbiologico per aiutare e venire in contro alle richieste dei produttori che volevano avere sempre più informazioni sui loro prodotti.
Ho iniziato pensando di trovare tanti piccoli birrifici industriali sardi e invece mi sono accorto che c’era tutto un mondo dietro fatto di stili birrari, di passioni, di imprenditori che avevano deciso di mettersi in gioco, di persone che avevano l’esigenza di far conoscere un prodotto diverso da quello che si è soliti chiedere al bar.
Da li in poi c’è stata anche la voglia di mettermi in gioco come homebrewer(nel poco tempo a mia disposizione),la voglia di studiare e di conoscere sempre più cose: dalla storia della birra alle tecniche di analisi sensoriale applicate a questo prodotto e la volontà di far conoscere questo mondo a quante più persone possibili e far capire cosa stanno perdendo bevendo quello che cinquant’anni di marketing hanno veicolato quale prodotto di massa, senza anima…un prodotto morto per quello che sappiamo noi amanti delle birre artigianali!
Questo riguarda solo il tuo lavoro o anche il tuo hobby?
Un proverbio dice: ”Se riesci a fare della tua passione il tuo lavoro, non lavorerai un giorno nella tua vita!” Faccio il ricercatore che è un lavoro che mi piace e che coincide con la mia passione ed è ciò che ho studiato.
A proposito di questo, tu lavori per ”Porto Conte Ricerche” di Alghero.
Di cosa si occupa ”Porto Conte Ricerche”? P.C.R. si occupa di assecondare e di captare quelle che sono le esigenze delle imprese del territorio e di farne una ricerca applicata.
Questo mi da l’opportunità di occuparmi di birre artigianali ma non solo…ho sviluppato progetti nell’ambito vitivinicolo e altre cose.
Tornando al discorso di birra artigianale, sto cercando di concentrare le mie energie sotto diversi punti di vista: sia sulla caratterizzazione delle birre sarde, sia sulle esigenze dei produttori che sono quelle di legare l’utilizzo delle materie prime del territorio.
Questo, naturalmente, non è detto che sia possibile ma è quello che le aziende chiedono ed è quello che cerco di fare…rispondere alle esigenze del territorio e fare una ricerca che abbia una ricaduta in questo senso.
Sarà poi l’imprenditore a capire se gli conviene utilizzare le materie prime del territorio o quelle di qualità conclamata che provengono da paesi che hanno grande tradizione birraria.
Che rapporto hai con birrifici, associazioni, pub e tutte quelle attività che hanno a che fare con la birra?
Come dicevo prima, io traduco quelle che sono le esigenze aziendali in ricerca: se le aziende hanno bisogno di capire problemi di carattere microbiologico, indirizzerò la ricerca su quegli aspetti, come abbiamo fatto nel primo progetto nel 2008-2009.
In un secondo momento l’esigenza in Sardegna è stata quella di indirizzarsi verso le materie prime.
Qualcuno, che già produceva materie prime in proprio, ha avuto bisogno di capire quale fosse la potenzialità e io ho cercato di dare risposte in proposito.
Ho l’orgoglio di essere stato il primo in Sardegna ad essersi occupato di birra artigianale a livello di progetti di ricerca e questo ha prodotto e continua a produrre un vantaggio per le aziende sarde che sanno di avere a P.C.R. un punto di riferimento.
Ad esempio ,a dicembre ho organizzato un evento seminariale chiamando specialisti da varie parti d’Italia e d’Europa (o meglio da un centro di ricerca europeo) per raccontare ai mastri birrai e a chi si vuole avvicinare al mondo delle birre e della produzione delle birre artigianali, quali sono le problematiche dal punto di vista non soltanto produttivo ma anche gestionale, quindi economico e di mercato a cui vanno incontro.
Questo è un tipo di risposte che io non posso dare personalmente e quindi metto la mia azienda in condizioni di poterlo fare.
Vuoi fare qualche nome tra gli specialisti che hai chiamato nei tuoi seminari?
Abbiamo coinvolto persone da diverse realtà, non soltanto accademiche ma anche produttive, ad esempio Flavio Boero (responsabile della qualità della Carlsberg Italia) che ha fatto a P.C.R. diversi seminari sull’analisi sensoriale delle birre artigianali e delle materie prime.
Un altro esempio è Stefano Buiatti (docente tecnico della birra all’università di Udine)con cui abbiamo in corso una collaborazione sui luppoli nazionali.
Tra l’altro abbiamo creato un legame che va al di la del rapporto lavorativo.
Io son stato a Udine per un corso di sommelier della birra, lui è venuto spesso in Sardegna per raccontare la sua esperienza come ricercatore e insieme abbiamo creato questo progetto che ha già portato a una comunicazione orale in un simposio internazionale sui luppoli in Cechia dove eravamo gli unici ricercatori italiani a parlare di caratteristiche dei luppoli coltivati in Italia…diciamo pure che è una bella soddisfazione!
Programmi per il futuro?
Abbiamo in programma nuovi progetti legati alle aziende.
Ci son dei bandi regionali appena pubblicati…è un progetto che speriamo vada in porto, non dico niente per scaramanzia però ha a che fare, ovviamente, con la qualità e il controllo delle birre artigianali sarde: è un progetto che ha forti connotazioni di innovazione e che se dovesse andare avanti sarebbe veramente una finestra nel futuro.
Speriamo bene!
Dopo aver letto l’intervista a Luca Pretti si possono tirare le somme per un roseo futuro sulla birra artigianale sarda, grazie al sostegno di un lavoro svolto con impegno e professionalità da parte di chi conosce la birra nel profondo della sua composizione chimica…che dire…siamo in buone mani.