
Nel panorama sempre più affollato della birra artigianale italiana, c’è una beer firm bolognese che si distingue per passione, autenticità e un approccio unico. Abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con i fondatori di O’Ste Birra Artigianale, per farci raccontare tutto: dalla filosofia produttiva, alle birre più rappresentative, fino ai progetti futuri. Scopriamo insieme cosa si nasconde dietro le loro lattine colorate e ricche di storie.
Come è nata l’idea di O’Ste Birra, chi siete e qual è il significato del nome?
O’Ste Birra Artigianale è nata dal desiderio di esplorare e reinventare tradizioni locali con un tocco innovativo. Fondata nel 2023 da Stefano Avanzo, homebrewer bolognese, il progetto prende vita dopo anni di studio e sperimentazione. Il nome “O’Ste” richiama la figura dell’oste, simbolo di convivialità, accoglienza e leggerezza, valori che il birrificio cerca di trasmettere attraverso ogni sua creazione.
Qual è la filosofia che guida la vostra produzione?
La filosofia di O’Ste Birra si fonda su un equilibrio costante tra tradizione e innovazione. Il punto di partenza sono gli stili classici, ma ogni ricetta viene reinterpretata con un tocco creativo, unendo materie prime locali e tecniche artigianali con un pizzico di sperimentazione moderna. Ogni birra è pensata per raccontare una storia, rispettando il territorio ma anche lasciando spazio alla creatività.
Quali sono state le principali sfide nel creare una beer firm?
Entrare nel mercato in un momento che molti definiscono di stagnazione è già una sfida. In più, le beer firm vengono spesso guardate con diffidenza, a causa di pregiudizi legati alla qualità produttiva o alla comunicazione. Il team di O’Ste ha puntato tutto su attenzione costante in ogni fase: dalla produzione, alla conservazione, fino al servizio. Partecipare ad eventi è stato essenziale per educare il pubblico e creare una community.

Dove vengono prodotte le vostre birre e come scegliete il birrificio con cui collaborare?
Le birre O’Ste nascono grazie alla collaborazione con birrifici che condividono attenzione per la qualità e voglia di sperimentare.
La produzione principale avviene presso il birrificio agricolo Claterna, dove nascono le “birre quotidiane”.
La Coffee Porter viene prodotta da Hype Brewing (Padova).
Le birre di cantina nascono invece dal sodalizio con Birrificio CarpeDiem (Brescia).
La scelta si basa su affinità tecniche e valoriali, oltre che sulla capacità di raccontare il territorio attraverso la birra.

Quali sono le birre più rappresentative della vostra linea e cosa le rende speciali?
Session IPA: frutto di lunga sperimentazione, è incentrata sul luppolo Nelson Sauvin, che sprigiona note tropicali, uva spina e, con la maturazione, toni dank molto interessanti.
Landbier: ispirata allo stile tedesco, è prodotta con orzo coltivato a Castel San Pietro Terme e luppolo italiano Sultana (Italian Hops Company).
Due birre che rappresentano perfettamente la filosofia O’Ste: innovare, ma con radici ben salde nella tradizione.
Come avviene il processo di ideazione di una nuova birra?
Tutto parte da un’idea sensoriale. A quel punto si selezionano malti, luppoli, lieviti, costruendo la ricetta perfetta per esprimere quella visione. La fermentazione e la freschezza sono centrali, e ogni dettaglio è studiato per mantenerle al meglio.

Quali ingredienti preferite utilizzare e da dove provengono?
I malti provengono dal birrificio agricolo Claterna.
I luppoli arrivano anche dall’estero, ma si dà priorità a varietà italiane come il Sultana di Campogalliano.
Lavorate su edizioni limitate o collaborazioni con altri birrifici?
Assolutamente sì. Le birre stagionali, i progetti di cantina e le collaborazioni speciali fanno parte dell’identità di O’Ste.
Esempi unici sono:
Imperial Stout con gelsi neri, scorza d’arancia e cannella
Kriek con ciliegie tentatrici di Bazzano, fermentata spontaneamente e affinata per quasi un anno in botti di rovere
E attenzione, una nuova birra è in arrivo, ma non si possono ancora svelare i dettagli…

Dove possiamo trovare le vostre birre? Avete punti vendita fisici o shop online?
Le birre O’Ste sono presenti in una rete ampia: pub, ristoranti, bar, chioschi e shop online. Inoltre, partecipano spesso a eventi locali in Emilia-Romagna, dove è possibile degustarle direttamente.
Qual è la risposta del pubblico bolognese e italiano alle vostre birre?
Molto positiva, soprattutto per la capacità di reinterpretare gli stili classici con un tocco personale.
La Session IPA è tra le più amate, grazie al suo profilo distintivo e alla grande bevibilità.
Collaborate con locali o eventi particolari a Bologna e dintorni?
Sì, le collaborazioni sono una parte fondamentale del progetto.
Tra gli eventi più significativi:
- Beer Quake (evento benefico a Bosco Albergati)
- Birrai Eretici, dove è stata servita la Session IPA
- MicroBo, un traguardo personale: da frequentatori a protagonisti
Come vedete il panorama della birra artigianale in Italia oggi?
Il panorama è in continua evoluzione, e sempre più aperto a sperimentazioni. Oltre alle classiche IPA, stanno prendendo piede:
- Stili meno conosciuti
- Birre a basso/alcol zero
- Reinterpretazioni moderne di stili antichi
Avete in programma di sperimentare con stili particolari o tecniche innovative, visto le ultime novità di tendenza (low alcool – alcool free)?
Sì, ci sono nuove birre di cantina in arrivo, anche se non necessariamente a bassa gradazione. Dopo l’uscita della Verdant IPA, l’obiettivo è consolidare la linea attuale. Ma c’è interesse anche per birre come la Mild, bassa gradazione ma gusto pieno.
Innovazione sì, ma senza dimenticare la qualità.
Come vi rapportate con il tema della sostenibilità nella produzione della birra?
È un tema fondamentale.
- Ingredienti locali
- Fusti in acciaio riutilizzabili per gli eventi
- Lattine in alluminio, scelte per il minor impatto ambientale e la riciclabilità infinita
La sostenibilità non è solo una scelta, ma una direzione permanente.
Partecipate a fiere o festival dedicati alla birra artigianale?
Sì, la presenza agli eventi principali del territorio è una priorità, con l’obiettivo di espandersi anche fuori regione. È l’occasione ideale per far conoscere i prodotti, interagire con il pubblico e creare sinergie.
Organizzate degustazioni o eventi per far conoscere meglio le vostre birre?
Sì, e ne stanno progettando di nuovi. In programma ci sono eventi in collaborazione con associazioni locali, per degustazioni guidate e food pairing. L’obiettivo? Divulgare la cultura della birra artigianale in modo conviviale e accessibile.
Che rapporto avete con la community dei birrifici artigianali italiani?
Collaborazione e scambio continuo. Confrontarsi con altre beer firm e birrifici artigianali aiuta a cogliere nuove tendenze, rispondere meglio al mercato e arricchire il panorama italiano con esperienze condivise.
Per altre informazioni vi rimando al sito web del birrificio: ostebirraartigianale.it