Tra session ale e birre natalizie

In virtù del ritorno del Friuli Venezia Giulia in zona gialla già da una settimana, ho potuto, dopo diverso tempo, tornare a pranzo in uno dei pub che frequento d’abitudine – la birreria Brasserie di Tricesimo; che domenica 13 aveva peraltro preparato un menù ad hoc, in occasione della presentazione della session ale Refrain di Birra Garlatti Costa – che il realtà avrebbe dovuto tenersi già qualche tempo fa, e che poi era saltata con l’ingresso del Fvg in zona arancione.

A dire il vero avevo già avuto occasione di provare questa birra direttamente in birrificio, ma naturalmente non mi è dispiaciuto provarla di nuovo; anche perché questa volta ho avuto occasione di farlo con abbinamento gastronomico – un bis di focacce, l’una con bacon, gorgonzola e radicchio, e l’altra con ricotta, spinaci e salsiccia.

Al di là dei complimenti alla cucina, dato che ho trovato le focacce davvero molto buone, la cosa che più si è imposta all’attenzione è stata la versatilità di questa birra a tavola: data la semplicità, non invasività e pulizia dell’insieme, si è a mio avviso dimostrata adatta ad accompagnare anche due farciture molto diverse come erano quelle in questione – andando semplicemente a fare da “rinfrescante”, senza imporsi in alcun modo sui sapori decisi.

In quanto alla birra in sé e per sé, non posso che ribadire quanto già affermato nella scorsa degustazione: peculiare aroma di uva spina, frutta acidula e agrumi – pompelmo e mandarino su tutti -, elegante ma sufficientemente robusto da celare le note del lievito belga caro a Severino – che emerge leggermente al salire della temperatura, ma molto ben amalgamato con il fruttato della luppolatura; corpo estremamente snello come da manuale, finale fresco, secco e corto. In più questa volta ho notato, complici forse i sapori del cibo, quasi una sorta di “sapidità” in chiusura, come se la componente speziata del lievito belga andasse a “giocare” con la luppolatura in amaro e appunto ciò che stava nel piatto.

A mo’ di dolce sono poi passata alla Olaf-Some people are worth melting for (anche qui il nome è una citazione cinematografica, come per tutte le altre birre della casa) del Birrificio Bondai: una natalizia, la prima del birrificio in questione, che è nato lo scorso aprile. Aroma di cannella e scorza d’arancia – le due aromatizzazioni utilizzate – ben percepibili all’aroma, insieme alla speziatura del lievito, che lasciano poi spazio ad un corpo robusto, caldo e avvolgente sui toni del biscotto e dello zucchero candito; e chiudere nuovamente con un richiamo a cannella e arancia, che tuttavia non cancellano la persistenza dolce. Una birra che definirei “semplice”, pur nella complessità organolettica, nella misura in cui si coglie che non è fatta per stupire, ma intende rientrare nei canoni delle birre stagionali dell’inverno senza pregiudicare la bevibilità di fondo.

Chiudo con un ringraziamento a Matilde, sempre publican di spessore, e a Severino Garlatti Costa, presente alla giornata.

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Birraio dell'anno 2025
Informazioni su Chiara Andreola 48 Articoli
Veneta di nascita e friulana d'adozione, dopo la scuola di giornalismo a Milano ho lavorato a Roma e Bruxelles. Approdata a Udine per amore, qui è nata la mia passione per la birra artigianale. E non smetto di coltivarla